di Luigi Teodonio
Apple e Samsung hanno definitivamente fatto perdere la pazienza al Giudice Federale Lucy Koh. Il processo si avvia stancamente verso la fine, ma il Giudice non nasconde ormai più il suo disappunto e invita i due colossi dell'hi-tech a trovare un accordo fuori dalle aule del tribunale.
"Se si arrivasse
al verdetto, potrebbero esserci rischi per
entrambe le parti"
Tre miliardi di dollari
per violazione di copyright intentato da Apple nei confronti di Samsung
Fumi crack? - Il Giudice Federale Lucy Koh, comunque, deve averne già avuto abbastanza e non vede l’ora che arrivi martedì quando potrà, finalmente, leggere la sentenza. Nel frattempo, però, non riesce proprio a mascherare frustrazione e disappunto nei confronti dei due team di legali. Il giudice, per esempio, di fronte alla richiesta di Apple di iscrivere nuovi testimoni - altri 20 - a deporre, ha chiesto ai legali della Mela se facessero uso di crack. «Andiamo… Andiamo…. Tutto ciò è ridicolo. A meno che non fumiate, sapete che molti di questi testimoni non potranno deporre. Stiamo semplicemente sprecando tempo, siete irragionevoli». Molto diplomatica la risposta di Bill Lee, legale Apple: «No, Signor Giudice, le assicuro che non fumo crack. E sì, ho bisogno di sentire tutti questi testimoni. Li abbiamo cronometrati e sappiamo che possiamo farli stare nei tempi a nostra disposizione».
Tattica errata - Non è andata molto meglio agli avvocati che difendono le posizioni di Samsung. Il Giudice Koh li ha richiamati pesantemente nel corso dell’udienza mattutina di oggi. Samsung, infatti, resta con appena un’ora e mezza delle 25 inizialmente a disposizione e dovrebbe ancora presentare le sue ragioni. «Non permetterò a nessuno di voi di sforare oltre i tempi prestabiliti. Se non riuscirete a far deporre tutti i vostri testimoni» - ha duramente chiosato Lucy Koh - «sarà esclusivamente per colpa della vostra tattica sbagliata. Avete sprecato il tempo a vostra disposizione con controinterrogatori lunghissimi e inutili». Samsung, in effetti, ha utilizzato più della metà del tempo - 14 ore - interrogando i testimoni presentati da Apple, lasciandosi appena 10 ore per interrogare i propri testimoni e presentare le proprie ragioni.
Noi i primi - Gli avvocati di Samsung sono comunque riusciti ad avanzare una richiesta di risarcimento di 422 milioni di dollari per la violazione di diversi brevetti tecnologici. Hanno, inoltre, presentato un testimone che potrebbe giocare un ruolo determinante nel verdetto relativo ai tablet. Il designer industriale Jin Soo Kim ha infatti testimoniato che Samsung lavorava al Galaxy 10.1 già dall’ottobre del 2009, mentre l’iPad venne presentato solamente nel gennaio 2010.
Kim ha anche mostrato un'email, risalente a tre settimane prima la presentazione dell’iPad, con allegato un bozzetto di un tablet molto simile al Galaxy 10.1. Segno che, effettivamente, il colosso coreano stava lavorando al suo tablet già da tempo.
Fate la pace - Il Giudice Lucy Koh, appellandosi al suo istinto materno e trattando le due parti in causa alla stregua di due bimbi riottosi, li ha invitati a far pace. Secondo il Giudice, né a Apple, né tantomeno a Samsung converrebbe arrivare alla sentenza, che potrebbe riservare sorprese per entrambi. Molto meglio, sempre secondo il giudice Koh, che i due CEO si incontrassero per un’ultima volta e trovassero un accordo al di fuori delle aule del tribunale. Come si dice: «Uomo avvisato mezzo salvato». Se invece Apple e Samsung volessero continuare nella loro disputa legale potrebbero pagarne le conseguenze. Anche pesantemente. (sp)