di Stella Preziosa
Il New York Times ha accusato Apple di evadere miliardi di dollari in tasse attraverso la creazione di società controllate in Paesi con un regime fiscale estremamente agevolato. In pratica i cosiddetti paradisi fiscali. Solo che stavolta c’è di mezzo la più grande azienda al mondo.
"Il solito gioco delle scatole cinesi?"
Dalla California, al Nevada
Un’azienda che potrebbe comprarsi uno Stato - L’evasione fiscale da parte delle grosse società, negli Stati Uniti, è un fenomeno che entro certi limiti viene quasi “tollerato”, ma il problema è nato dopo che Apple ha dichiarato i suoi utili, in aumento del 94%. Con un giro di affari che sfiora i 600 miliardi di capitalizzazione e supera i 650 dollari per azione, in un momento di crisi economica globale, che bisogno ha Apple di fare tutti questi giochetti?
Apple dice che... - Pronta la risposta di Cupertino, secondo cui «Apple paga una quantità enorme di tasse, che aiutano i nostri governi locali, statali e federali. Nella prima metà dell’anno fiscale 2012, le nostre operazioni negli Stati Uniti hanno generato quasi 5 miliardi di dollari, in imposte sul reddito sia federali che statali, comprese le imposte sul reddito trattenute sui guadagni dei dipendenti. Tutto questo ci rende tra i maggiori contribuenti degli Stati Uniti». (sp)