Se ti senti afflitto dalla malattia dello shopping selvaggio, quello che alimenta l'economia spazzatura e ti riempie casa e tasche di gadget inutili, apprezzerai il borsellino squalo: quando tenti di sfilargli la (tua) carta di credito si chiude di scatto lasciandoti sulla mano i segni della (sua) robusta dentatura. «È per farci riflettere prima di una spesa inutile», dichiara il suo inventore, l'inglese Ruhel Mohammed. «Dobbiamo imparare a consumare meglio e a distinguere quello che serve da quello che è solamente "automedicazione" per un momento di depressione». La cura dello squalo però è drastica perciò Ruhel l'ha declinata in varie soluzioni, adatte a chi non ama sottoporsi a tortura fisica: il borsellino rebus (se non rispondi non c'è verso che si apra), il fortunello (devi indovinare un numero) e altre varianti fantasiose.
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Il 71% della Terra è coperto d'acqua. Il 97% di questa massa liquida è perà salata: difficile (e molto costoso) usarla per lavarsi, bere o cucinare, e lo stesso discorso vale per l'industria, l'allevamento e l'agricoltura. Ce n'è, insomma, un 3% che va bene, ma si trova per lo più intrappolato nei ghiacciai e ai poli. Di questa riserva avanza giusto un misero 1% distribuito molto bene tra atmosfera, falde e acque di superficie, ma non abbastanza equamente nel mondo. Il problema dell'acqua da bere è questo: da una parte manca, dall'altra si spreca. E dov'è "gratis" o costa poco o nulla la usiamo persino per lavare la macchina. La Commissione mondiale per l'acqua (un organismo delle Nazioni Unite) indica in 40 litri al giorno a persona la quantità minima di acqua necessaria a soddisfare i bisogni essenziali. Gli italiani utilizzano 40 litri d'acqua solo per fare la doccia.
CHE SCHIFO DI MUSICA (MEGLIO PUZZARE!) La classica doccia è l'imputato numero 1 degli sprechi in casa. Per rimediare c'è chi propone soluzioni fantasiose come Shawapawa, una radio alimentata da una piccola dinamo ad acqua da montare tra il tubo e il soffione: appena si apre l'acqua, la radio comincia a suonare. Come si ottienga da ciò un risparmio significativo non è chiaro e non si capisce se il raggiungimento dell'obiettivo è affidato alla scelta di musiche orribili (che farebbero affrettare l'operazione) o al led rosso che lampeggia quando si passano i 30 litri. HO2 Kinetic affronta la questione diversamente: è un set di soffioni per doccia che, collegati tra loro, ti avvolgono in un flusso di goccioloni grandi.
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Delta Faucet
se è così piacevole come dicono
TUTTO PER UNA PISCIATINA
Class Six
GOCCIA DOPO GOCCIA Poi ci sono i rubinetti. Se perdono ti giochi fino a 10.000 litri l'anno: va bene che l'idraulico costa, ma sono 10 metri cubi! Più di tutta quella che vedresti in certe regioni dell'Africa nello stesso periodo di tempo! Ma anche se il rubinetto non perde, quando lo apri se ne vanno veloci fino a 6 litri d'acqua al minuto: è questa la portata (massima) in Italia, nelle grandi città del centro-nord, fino al terzo piano. Sei litri ogni minuto che passi a insaponare spugna e piatti o a sfregarti i denti. Puoi facilmente ridurre il dissanguamento idrico aprendo il rubinetto solo quando serve e montando un rompigetto da pochi euro (funziona: risparmi fino al 40% senza avvertire nessuna differenza). E negli Stati Uniti hanno realizzato un rompigetto ancora più efficace, Bware. Ha un misuratore di portata che a mano a mano che lascia passare l'acqua ti mostra, inesorabilmente e a numeri grandi, quanto stai consumando. Così quando ti senti in colpa chiudi e al diavolo i piatti sporchi.
C'è confusione nell'aria. Il global warming, ossia il riscaldamento globale che sta producendo i cambiamenti climatici, è tutta opera dell'uomo? È ormai irreversibile? Ha per davvero la portata catastrofica anticipata nel film documentario An Inconvenient Truth o quella visione è invece troppo catastrofica, come afferma l'ambientalista scettico Bjorn Lomborg? Chiunque abbia ragione, tutti concordano almeno sul fatto che ci sono cambiamenti climatici in atto: è gà qualcosa! E per adesso abbiamo un solo "strumento planetario" per contrastarli o rallentarli, il Protocollo di Kyoto. A livello globale, il Protocollo ha fissato per i Paesi industrializzati una riduzione media delle emissioni dei gas a effetto serra del 5,2% rispetto al 1990, da realizzare nel periodo 2008-2012. L'Unione Europea deve ridurre le emissioni complessivamente dell'8%, con una divisione differenziata degli impegni dei singoli Paesi che attribuisce all'Italia una riduzione del 5%. Come ci riusciremo?
VOGLIA D'OSSIGENO L'invenzione è inglese ma per chiarire che il concetto si ispira alla ben nota originalità giapponese, ha proprio un nome giapponese, Mizutei, che sta per "acqua e aria". È un ventaglio.
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Rich Mills
VEICOLO URBANO MULTIECOLOGICO SOSTENIBILE Il ruolo dei combustibili fossili resterà importante finché non troveremo una soluzione alternativa per i trasporti. L'auto elettrica non è ancora la risposta al problema dei gas serra (gran parte dell'elelettricità che il mondo consuma è prodotta da centrali a gas e a carbone), ma alcuni progetti sono molto promettenti, come la Fiat Phylla. Realizzata da Fiat in collaborazione con il Politecnico di Torino e una mezza dozzina di aziende piemontesi, la Phylla non è l'adattamento elettrico di un'auto esistente, ma un progetto completamente nuovo. Può usare batterie al litio o celle a combustibile (idrogeno), l'intera carrozzeria è fotovoltaica ma può prendere energia anche da una comune presa di corrente. Sulla carta, con una ricarica completa (2 euro) fa 200 km. Phylla però è un prototipo e non è detto che veda mai la luce. Aspettiamo invece di saperne di più (e di provare) la Mitsubishi elettrica annunciata per la fine del 2009. Nel frattempo, se vuoi vedere qual è il contributo della tua auto al riscaldamento globale c'è Aria o soldi?, il nuovo multimedia di Focus.it.
Si torna a parlare di energia nucleare e di nuove centrali da costruire in Italia, dopo lo stop seguito al referendum del 1987. Il nucleare ridurrà la dipendenza energetica del nostro Paese, dicono i favorevoli, l'elettricità costerà meno e ci aiuterà a ridurre le emissioni di CO2. Costa troppo, ribattono i contrari, l'uranio scarseggia e non sappiamo dove mettere le scorie. Entrambi gli schieramenti riconoscono la necessità di investire di più in energie rinnovabili (solare ed eolico), dando però a queste fonti un peso differente nel bilancio energetico complessivo. Da dove arriva l'energia che fa funzionare l'Italia?
MIX ENERGETICO Il bilancio è quello fornito dall'Enea nel luglio 2008 e riguarda disponibilità e consumi nel 2007. La parte del leone l'ha fatta il petrolio, che ha coperto il 43% della domanda (sostenuta dai trasporti), seguito dal gas naturale (36%) e dal carbone (9%). C'è poi un 7% di energia da fonti rinnovabili (costituito quasi esclusivamente dall'idroelettrico) e infine un 5% di energia elettrica importata (di origine elettro-nucleare). Petrolio più gas più carbone più importazioni, uguale... novantre-per-cento! È questa la misura attuale della nostra dipendenza. In più, di petrolio e gas non conosciamo la reale consistenza delle riserve (da diversi anni i Paesi produttori non comunicano più le loro valutazioni) né possiamo discutere sui prezzi. Abbiamo bisogno di alternative, è chiaro, ma anche di imparare nuovi comportamenti per risparmiare dove si può.
STANDBY MONSTER! Il tuo televisore spento ti costa 3-4 euro l'anno, più o meno come ogni altro apparecchio spento con la spia di standby accesa.
Fatti i conti... Fa una bella somma, se sei tecnologicamente ben dotato. E se ci sono venti milioni di televisori in standby con altrettanti videoregistratori, decoder, computer e chissà cos'altro, fa una bella quantità di elettricità prodotta e buttata via. Ci salveranno gli StandBy Monster dell'inglese Rachel Turner? Sono piccole lenti di plastica morbida: applicate sulle spie, la luce dei led nell'oscurità si trasforma in una coppia di occhietti rossi e minacciosi... A qualcuno forse piacerebbero accesi apposta. Ai bambini, probabilmente. Meglio una presa di corrente con interruttore incorporato, per spegnere in un colpo solo tutti gli apparecchi collegati, spie comprese. O, se siete molto hi-tech, BugPlug, del polacco Kamil Jerzykowsky: una buffa presa di corrente con annesso sensore di movimento. Se niente si muove nel suo raggio d'azione per il tempo programmato, interrompe l'alimentazione.
CON LA LUCE DEL SOLE L'attuale legge sugli incentivi per l'installazione di impianti fotovoltaici è ben pensata: non c'è un finanziamento iniziale, ma l'Enel riconosce in bolletta 0,18 euro per kW prodotto e la Regione altri 0,43 euro per kW prodotto. In pratica la componente energia della bolletta si azzera (restano invariate le accise) ed entrano un po' di contanti per fare fronte all'eventuale prestito chiesto per l'impianto (un sistema da 3-5 kWh costa 16-19.000 euro) e per la manutenzione, e avanzerebbe ancora qualcosa. Il vero problema è che tutto questo va bene e può funzionare per i piccoli centri, o in campagna, dove abbondano case mono o bi-famigliari, ma nelle grandi città?
IL CAPPOTTINO PER LE CASE Se abiti in condominio, prima di pensare a produrre energia devi imparare a risparmiarla, e non solo quella elettrica: sicuro che il tuo palazzo non sia un colabrodo per il calore? A livello di singolo appartamento rimedi con i doppi vetri, per esempio, mentre le parti esterne del condominio possono essere facilmente coperte con materiali come l'EcoClad, pannelli di carta riciclata e fibra di bambù compressi. L'isolamento termico e la resistenza alle intemperie sono garantiti. La città di Alessandria ha da poco avviato un progetto di copertura di alcuni edifici pubblici con materiali analoghi, grazie al quale l'amministrazione prevede di risparmiare dal 30 al 40 per cento di energia per il riscaldamento: tra un anno o due sapremo se il bilancio dell'operazione sarà stato davvero così positivo.
Come stanno le foreste della Terra? Benino, secondo il rapporto 2009 della Fao, la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite. Dal 1997 a oggi la deforestazione in Asia e in Sud America è rallentata, mentre l'estensione delle grandi foreste europee e del Nord America è aumentata, seppure di poco.
La tendenza che nei primi anni '90 portava a perdere ogni anno un equivalente di "tre volte la Svizzera in alberi" (era proprio così che si diceva) si è dunque invertita. È un segnale decisamente positivo... o non lo è?
L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA È lo stesso rapporto della Fao a dare una seconda chiave di lettura. La ritrovata vitalità delle foreste è frutto di una nuova sensibilità verso l'ambiente? No, è soprattutto la conseguenza della contrazione della domanda di legno, dovuta anche alle due grandi crisi economiche recenti (quella del Sud-Est asiatico alla fine degli anni '90 e quella attuale, che ha avuto origine almeno un paio di anni fa). La situazione economica ha portato alla riduzione degli investimenti in attività di controllo del territorio, e questo ha favorito attività illegali e di "deforestazione selvaggia": non vengono selezionati gli alberi da abbattere, non c'è attenzione per il territorio in cui si opera, non c'è nessun piano di ripiantumazione. La contrazione della domanda di legno ha insomma prodotto, a livello mondiale, la perdita di migliaia di posti di lavoro e compromesso la capacità di controllo delle istituzioni. Le grandi foreste sono più estese di 10 anni fa, ma il loro stato di salute è peggiorato.
DAI PIÙ PESO ALLA TECNOLOGIA! La nuova sensibilità verso l'ambiente può passare anche attraverso idee bizzarre, come quella di annegare la tua chiavetta Usb in un blocco da mezzo chilo di creta, per dare "peso" alla tecnologia che consideriamo scontata e... restare a contatto con un elemento naturale anche quando sei davanti al pc (comunque, non farlo se nella tua chiavetta hai informazioni importanti!). Oppure di usare materiali di scarto come le cassette della frutta per costruire un carrellino per bici e poi attrezzarlo con celle fotovoltaiche e batterie per avere luce in campeggio, se sei di quelli che fanno vacanze in bicicletta. Idee che fanno sorridere, ma che hanno il pregio di mettere in evidenza i nostri comportamenti più spreconi, dallo shopping a quello che finisce nei sacchetti della spazzatura.
SMISTARE E RICICLARE Dove funziona la raccolta differenziata, in Italia,
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