Saildrone è il nome di un'azienda americana che produce droni - veicoli senza pilota e comandati da remoto - progettati per navigare. Utilizzati finora principalmente per mappare zone pericolose o difficili da raggiungere, i Saildrone sono stati protagonisti in questi giorni di un'impresa decisamente rischiosa, spettacolare e anche scientificamente rilevante: come riportato tra l'altro dal New York Times, e come potete vedere nel video qui sopra, un Saildrone si è tuffato nel cuore di un uragano di categoria 4, dove ha potuto misurare una serie di parametri (per esempio la velocità del vento e la sua accelerazione) e osservare alcuni processi che finora non avevamo mai avuto modo di studiare così da vicino - per ovvie ragioni di sicurezza.
A caccia di Sam. La pericolosa esplorazione è frutto di una collaborazione tra Saildrone e la NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration americana (qui i dettagli della spedizione), e ha visto l'USV - acronimo di Uncrewed Surface Vehicle, veicolo di superficie senza equipaggio - entrare in rotta di collisione con l'uragano Sam. Fino a qualche giorno fa l'uragano Sam, che infuriava nel mezzo dell'Oceano Atlantico, era catalogato di categoria 4 (su 5), il più violento di questa stagione (qui trovate lo stesso video precedente, affiancato però alla localizzazione geografica dell'uragano). Dopo il 3 ottobre Sam è stato retrocesso alla categoria 2, ma Saildrone è riuscito a esplorarlo negli ultimi giorni di settembre, quando ancora era caratterizzato da venti oltre i 200 km/h. È la prima volta nella storia che riusciamo a ottenere immagini in diretta di quello che il NOAA ha definito "uno degli ambienti più ostili del pianeta".
La carica dei Saildrone. L'impresa non ci ha solo regalato immagini spettacolari, ma anche dati scientifici di inestimabile valore. Il Saildrone ha infatti potuto misurare una serie di parametri relativi all'evoluzione dell'uragano, e in particolare al suo processo di intensificazione: per esempio la quantità di energia che viene scambiata tra aria e acqua, oppure quanto la frizione tra uragano e oceano riesca a rallentare il primo. L'esplorazione è solo la prima di una lunga serie di spedizioni programmate (oppure già in corso: al momento ci sono altri quattro Saildrone in giro per gli oceani), e il video che vi abbiamo mostrato è un'ottima notizia in questo senso: dimostra che questi USV sono in grado di resistere a condizioni meteorologiche estreme senza subire danni, e di regalarci quindi dati di prima mano sull'evoluzione degli uragani che non avremmo avuto altro modo di recuperare senza mettere a rischio vite umane.