Il bunker che potrebbe salvare l'umanità da una catastrofe alimentare è sempre meglio rifornito: 50 mila nuovi semi provenienti dalle banche del germoplasma di tutto il mondo è stato portato fino alla cassaforte dei semi delle Svalbard per essere custodito da eventuali futuri disastri.
Al sicuro. La Svalbard Global Seed Vault è una delle principali casseforti destinate alla conservazione del patrimonio genetico delle più importanti colture agricole della Terra. È scavata nel permafrost dell'isola norvegese di Spitsbergen, a 1.300 km dal Polo Nord, e dal 2008 si propone come "backup" delle altre banche mondiali dei semi.
Le particolari condizioni di freddo offerte dall'habitat in cui è ricavata garantiscono che almeno una copia delle sementi più resistenti rimanga qui custodita, anche in caso di blackout della struttura, per almeno 55 anni.
A buon fine. Il nuovo deposito include semi di patate, riso, sorgo, orzo, ceci, lenticchie e frumento provenienti da Benin, India, Pakistan, Libano, Marocco, Olanda, Stati Uniti, Messico, Bosnia, Bielorussia e Gran Bretagna. Dei 50 mila semi depositati, 15 mila sono in realtà una restituzione dell'International Center for Agricultural Research, un gruppo di ricerca che punta a migliorare la resa agricola nelle zone aride.
L'organizzazione era stata la prima a prelevare un cospicuo campione di semi dal bunker delle Svalbard, nel 2015, perché non poteva accedere alla banca dei semi della città di Aleppo, devastata dalla guerra. Con il prestito è stato possibile rigenerare i semi e moltiplicarli, per distribuirli agli agricoltori. Con il nuovo deposito il numero totale di semi custoditi è salito a 940 mila, su una capacità di 4,5 milioni.