La sua avventura più recente l'ha spinto fino in Kamchatka, dove qualche mese fa ha tentato la prima traversata in autosufficienza della penisola russa: in estrema sintesi, la “prova” consisteva nell'attraversare uno dei territori più inospitali del Pianeta (con temperature che arrivano fino a 40 gradi sottozero) con gli sci ai piedi e trainando una slitta con tutto il materiale necessario a completare l'impresa.
SPECIALISTA ESTREMO. L'atleta in questione è Stefano Gregoretti, il 44enne riminese specializzato in avventure estreme da compiere a piedi, in bicicletta o con gli sci ai piedi, ma che nel suo personale curriculum sportivo vanta la partecipazione a 43 competizioni di triathlon (la disciplina sportiva che prevede tre frazioni: nuoto, bici e corsa) e 7 Iron Man (la versione più “dura” del triathlon, ma con distanze più lunghe).
Nel suo libro Ultratrail (Rizzoli, in libreria) Gregoretti descrive le tappe lo hanno visto passare dalle strade ferrate nelle Dolomiti (affrontate con la famiglia quando era bambino) ai territori più aspri, affascinanti e remoti della Terra, dall’isola di Baffin nell’Artico al deserto della Namibia fino alla Patagonia.
Pagina dopo pagina i ricordi delle sue imprese diventano grandi racconti di avventura, in cui i protagonisti sono il desiderio di mettersi alla prova, e di imparare a coltivare la fatica come dote interiore, e lo sconfinato amore per il nostro meraviglioso Pianeta.
In particolare, per tutti coloro che, ispirati da questi racconti, vorranno misurarsi con un ultratrail, Gregoretti offre utilissimi consigli pratici nella appendice al libro.