Dopo anni di analisi e ricerche da parte di ecologi ed entomologi, e altrettanti anni di controanalisi condotte dall’industria e da alcuni gruppi di agricoltori, l’Unione Europea ha deciso l’esclusione dall’uso (nelle coltivazioni all’aperto) di tre insetticidi appartenenti alla classe dei neonicotinoidi.
Il tassello risolutivo che ha condotto al bando è una cosiddetta metanalisi dell’unità pesticidi dell'Efsa (European food safety authority - l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), che ha (ri)affermato come gli insetti siano esposti a livelli pericolosi di pesticidi nei pollini e nel nettare nei campi trattati con questi insetticidi, nonché su terreni vicini. Le nuove conclusioni vanno ad aggiornare quelle pubblicate nel 2013.


I prodotti vietati sono il clothianidin, l'imidacloprid e il thiamethoxam, prodotti da Bayer e Syngentha.
Nella linfa delle piante. I tre insetticidi sono usati su molte coltivazioni, come mais, colza e girasoli, e hanno un utilizzo che si definisce sistemico: non sono cioè cosparsi sui campi, ma usati per “conciare” i semi prima della semina, in modo che le molecole siano sempre presenti sulle piante per l'intero periodo della crescita.
In questo modo, però, le api e altri insetti impollinatori, come i bombi e le piccole api selvatiche, entrano in contatto con gli insetticidi quando si posano sui fiori e si nutrono di nettare e polline. Le conseguenze di questa ingestione - sembra ormai accertato - sono negative per le api.
Pro e contro. La commissione europea non ha comunicato dettagli su come sia andata la votazione, ma un portavoce ha affermato che quelli a favore del divieto rappresentavano il 76% della popolazione dell'UE. Sembra che solo quattro Paesi abbiano votato contro: Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Danimarca.


Nonostante la decisione sul bando, il dibattito sulla nocività o meno dei neonicotinoidi non accenna a diminuire, con l’industria che dichiara come il danno alle api sia minimo in confronto ad altri problemi, e molti entomologi che invece attendevano la decisione e sono d’accordo sulla messa al bando - anche con qualche distinguo. Secondo Dave Goulson, biologo presso l'Università del Sussex (UK), per esempio, «mettere al bando alcuni insetticidi potrebbe voler dire usarne altri, che possono avere effetti altrettanto nocivi. La vera soluzione sarebbe un’agricoltura veramente sostenibile, che minimizzi l’uso dei pesticidi».