Non era mai stato dimostrato in modo certo che un forte terremoto potesse danneggiare anche faglie superficiali vicine a quella colpita dall'evento sismico principale. Lo hanno fatto due geologi statunitensi, John Vidale (Ucla) e Yong-Gang Li (University of South California) esaminando i dati di due forti terremoti avvenuti a distanza di sette anni nelle vicinanze di Los Angeles.
Il primo, accaduto nel 1992, di magnitudo 7,3 della scala Richter in corrispondenza della faglia di Landers, avrebbe prodotto danni anche sulla vicina faglia di Hector Mine, creando i presupposti per il secondo terremoto, del 1999, magnitudo 7,1, manifestatosi nel deserto di Mojave, sempre in California.
Che succederà in futuro? La scoperta potrebbe avere conseguenze pratiche nella previsione dei sismi. Implica infatti che l'indebolimento delle faglie circostanti a un evento possa accrescere il rischio di futuri terremoti. Può anche spiegare il fenomeno dei cosiddetti terremoti a grappolo: i geologi hanno osservato che spesso eventi sismici sono seguiti da altre manifestazioni simili che colpiscono linee di faglia vicine, ma non hanno ancora capito come si origina questo concatenamento di eventi, finora considerati indipendenti tra loro.