La Groenlandia, uno dei luoghi più freddi del pianeta, sta vivendo una primavera senza paragoni, con temperature elevate e piogge intense che stanno rapidamente sciogliendo grandi porzioni dei ghiacci. Sulla base dei dati satellitari, il servizio meteorologico danese (la Groenlandia è un'isola della Danimarca) stima che la fusione interessi adesso circa il 12 per cento dei ghiacci dell'isola, un livello che dovrebbe invece verificarsi solamente alla fine di maggio o ai primi di giugno, e che procede a velocità sorprendente.
«È una situazione anomala, tipica solo dell'estate meteorologica», commenta il meteorologo Peter Langer. Condizioni simili si sono registrate nel 1990, ma allora era già maggio: «Non è tanto la quantità di ghiaccio che va in fusione a preoccuparci, ma il momento dell'anno».


Il punto caldo. A Nuuk, capitale della Groenlandia, negli ultimi giorni si sono registrate temperature anche di 16 °C, e all'interno del Paese hanno toccato persino 17,8 °C: «Sono fenomeni estremi, che superano ogni nostra ipotesi di variazione naturale», commenta Walt Meier, ricercatore della Nasa, «e che prefigurano scenari da catastrofe: se dovesse sciogliersi l'intera calotta, i livelli dei mari salirebbero di ben 6 metri».
Ed è molto recente una scoperta che alimenta la preoccupazione: un'ampia zona della Groenlandia poggia su un punto caldo della Terra, come l'Islanda, e subisce dunque un ulteriore riscaldamento dovuto al calore in risalita dal mantello terrestre. Ciò provoca uno scioglimento del letto dei ghiacciai e un'accelerazione del loro movimento verso il mare.