C'è un supervulcano al largo delle coste dell'Alaska, dove sorgono le Islands of the Four Montains (isole delle quattro montagne, una piccola serie di isole appartenente all'arcipelago delle Aleutine): è l'ipotesi sostenuta da nuovo studio, presentato alla riunione autunnale dell'American Geophysical Union. Le sei cime che sorgono sulle isole non sarebbero vulcani indipendenti, ma si tratterebbe di una serie di bocche vulcaniche connesse, disposte sul bordo della stessa, grande caldera.
Anomalie. Gli scienziati stavano studiando l'archeologia della regione quando si imbatterono in alcune anomalie geologiche: il primo motivo di stupore fu la strana disposizione semi-circolare dei vulcani, situati in posizioni molto ravvicinate tra loro. Gli esperti ipotizzano la presenza di una caldera, generata dal collasso di un vulcano dopo una grande eruzione, che avrebbe creato una grande depressione sulla superficie terrestre. I sei vulcani sarebbero dunque delle strutture geologiche disposte attorno a una caldera larga circa 20 km e profonda centinaia di metri.
Un altro campanello d'allarme per gli scienziati è stata la scoperta di alcune rocce piroclastiche, le ignimbriti, che si formano a seguito di una grande eruzione tramite il compattamento delle grosse ceneri vulcaniche. La mappatura dei fondali ha evidenziato inoltre una depressione di oltre 100 metri, che potrebbe essere parte della caldera. Se i dubbi degli esperti venissero confermati, questo bacino subacqueo potrebbe essere il risultato di una supereruzione vulcanica.
Mai come Yellowstone. È però lo stesso team di ricerca a invocare cautela: non vi sono ancora risposte certe, e la caldera potrebbe essere il risultato di diverse piccole eruzioni, e non di una unica supereruzione. Anche se quest'ultima ipotesi venisse confermata, non si tratterebbe comunque di un record: l'eruzione del supervulcano delle Islands of the Four Montains sarebbe dieci volte più piccola di quella del supervulcano di Yellowstone, avvenuta circa 640.000 anni fa. «Un'eruzione sulle Islands of the Four Mountains potrebbe potenzialmente cambiare il mondo», afferma Adam Kent, vulcanologo alla Oregon State University, «ma non provocarne la fine».