Perché mai una pianta dovrebbe morire dopo la fioritura? Non parliamo di insuccessi nel giardinaggio, ma di una palma fino a oggi mai classificata, che si "consuma" per le troppe energie spese nello sbocciare. Ma non è un caso unico in natura, come ci racconta Paolo Emilio Tomei, del dipartimento di Agronomia Università di Pisa.
Andrea Porta, 8 febbraio 2008
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Rappresentazione artistica di una palma fiorita. Sullo sfondo, il Madagascar. |
Una pianta che muore per poter fiorire. Sembra molto poetico, ma questo è il triste destino di una palma recentemente scoperta in Madagascar dal proprietario di una piantagione nel nord-ovest della grande isola e successivamente studiata dai ricercatori del Kew Gardens, il famoso giardino botanico di Londra. «La pianta», ha raccontato John Dransfield, co-autore dello studio, «ha tutto l'aspetto della palma talipot, diffusa nello Sri Lanka ma mai trovata in Madagascar. Da subito abbiamo capito che si doveva trattare di una scoperta interessante».
Fioritura più unica che rara
La ricerca ha ricostruito il ciclo vitale della pianta: una volta ogni cento anni dalla sua sommità spunta uno stelo simile a un asparago da cui poi sboccia una moltitudine di minuscoli fiori bianchi che con il loro nettare succoso attirano ogni tipo di insetti. È a quel punto che la palma, rigogliosa e coperta di infiorescenze, inizia la sua sofferenza: la fioritura infatti impone all'organismo vegetale un tale dispendio di energie da condurlo, nel giro di qualche mese, alla morte per "consunzione".
L'unico scopo della vita
La scoperta, pur interessante, non racconta però niente di veramente nuovo sul mondo vegetale. Esistono infatti casi analoghi, come spiega a Focus.it il professor Paolo Emilio Tomei, del dipartimento di Agronomia Università di Pisa. «Anche la comune agave, presente nei nostri giardini, muore alla fioritura. E in fondo è quello che succede anche nel mondo animale, per esempio ai salmoni, che dopo aver risalito le correnti dei fiumi del nord Europa vanno a morire in massa». Ma perché un organismo muore per potersi riprodurre? Errore evolutivo? «No di certo», continua Tomei, «per questi organismi il solo scopo dell'esistenza è la continuazione della specie, pertanto una volta raggiunto questo obiettivo la loro vita perde di significato. È un ciclo diverso da quello di molti altri organismi, ma non per questo dannoso ai fini dell'evoluzione».