Osservarlo prima che si sciolga è un'impresa per pochi, ma in foto somiglia a una matassa di capelli sintetici, o a una nuvola di zucchero filato. Quello dei capelli di ghiaccio è un fenomeno noto da tempo, ma che non aveva una spiegazione.
Felice intuizione. A notarlo per primo fu, nel 1918, il geologo tedesco Alfred Wegener, che lo ricondusse, in modo empirico, all'azione di un fungo. Ora lo studio di alcuni ricercatori dell'università di Berna, in Svizzera, sembra avvalorare questa ipotesi. Gli strani "ciuffi" simili a fili di nylon compaiono sul legno in putrefazione di alcune foreste nelle notti d'inverno, quando la temperatura scende sotto lo zero e l'umidità è alta.
La causa. Per Christian Matzler e i colleghi, che hanno studiato il fenomeno, la forma di queste matasse è dovuta all'azione di un fungo chiamato Exidiopsis effusa, la cui presenza è stata riscontrata in tutti i depositi di capelli di ghiaccio. Il fungo impedirebbe la ricristallizzazione del ghiaccio, e permetterebbe la formazione di fili del diametro di 0,01 mm. La prova del nove? I capelli di ghiaccio non si formano su tronchi irrorati con funghicida.