L’idea, più volte riproposta, non è realizzabile in termini pratici. Per “bruciare” l'immondizia in un vulcano bisognerebbe portarla fino a uno dei serbatoi di magma, dove la temperatura supera i 1.000 °C (quello che serve per incenerire qualunque materiale di scarto).
Ma nei serbatoi magmatici vicini alla superficie - cioè a una profondità di pochi chilometri - varia frequentemente la quantità di magma, perché si sposta in relazione alle eruzioni, alla formazione di nuove fratture sui fianchi degli edifici vulcanici e ad altri elementi geologici. Ed è frequente che questi serbatoi si svuotino completamente.
In profondità. Se si vuole essere certi di avere un inceneritore attivo per lungo tempo, è necessario che i rifiuti raggiungano uno dei serbatoi principali, che generalmente si trovano ad almeno una decina di chilometri sotto la superficie.
Con le attuali tecnologie di perforazione possiamo arrivare a una decina di chilometri di profondità (il record è 12 km: un lavoro che ha richiesto ben 10 anni), ma con grande fatica e "pozzi" non più grandi di una decina di centimetri di diametro.
È dunque impossibile ipotizzare la costruzione di un deposito (una cloaca) di raccolta sufficientemente grande da smaltire i rifiuti di una città, o addirittura di un Paese, a oltre 10 km di profondità.