In natura, il colore più diffuso è il verde. Sebbene l’uomo apprezzi fiori dalle tonalità brillanti, che dunque prevalgono nelle varietà coltivate, l’evoluzione ha agito con altri criteri. La maggior parte delle piante, per esempio, ha una fecondazione anemofila, il che significa che il polline viene trasportato dal vento. I loro fiori dunque, non hanno la necessità di essere né appariscenti né colorati, come accade per le specie fecondate dagli insetti, che sono solo un decimillesimo di quelle anemofile. Poiché il pigmento più diffuso nei vegetali è la clorofilla, i fiori delle anemofile sono dunque verdi, oppure bianco-verdi. In seconda posizione si trova invece il bianco. Questo colore infatti, come il verde, permette una buona riflessione dei raggi ultravioletti, sui quali si basa la vista delle api e di altri insetti. Il bianco, inoltre, riflette al meglio la luce anche quando non splende il sole e può essere visto nell’ombra. In base alle preferenze degli insetti, vengono poi il giallo, l’azzurro e il rosa.
[Dal seme al fiore: il video in time-lapse]
Poco rosso e blu
Il rosso, nonostante sia invece molto apprezzato dall’uomo, è in realtà poco diffuso, tranne che nelle foreste tropicali dove l’impollinazione viene spesso assicurata da uccelli come il colibrì. Anche il blu scuro è una rarità (e non a caso anche in floricoltura è difficile ottenerlo): assorbe infatti quasi del tutto l’ultravioletto, diventando pressoché invisibile agli occhi di un insetto.
[Quanti fiori devono visitare le api per produrre un kg di miele? - Il fiore con le labbra e il rossetto (e altri fiori curiosi)]
Qual è il colore più diffuso tra i fiori?
