Secondo il World Glacier Monitoring Service (WGMS) dell’università di Zurigo il ritiro dei ghiacciai del nostro pianeta prosegue senza sosta e, in base alle rilevazioni, nell’ultimo decennio la quasi totalità delle lingue glaciali ha perso in spessore tra mezzo metro e un metro di ghiaccio l’anno.
Un dato che è da due a tre volte superiore rispetto alla media del XX secolo. Spiega Michael Zemp, direttore del WGMS: «Il nostro lavoro consiste nel monitorare le dimensioni esatte di alcune centinaia di ghiacciai del pianeta, importanti rispetto a quella specifica area geografica».
Mai come adesso. Secondo Zemp, la riduzione dei ghiacci non ha precedenti da quando vengono tenuti sotto controllo, e forse anche rispetto a tempi storici, ossia da quando si hanno scritti e disegni: «Il ritiro attuale supera di gran lunga qualunque variazione registrata negli ultimi secoli ed è così marcata che continuerà anche se il clima della Terra dovesse raffreddarsi di qualche decimo di grado».
Dati storici. Va detto che ci sono delle eccezioni: tra queste, alcuni grandi ghiacciai del Karakorum - che non si riducono a causa di una particolare situazione climatica - e pochi altri, come l’Hubbard Glacier (Alaska), che sta di molto crescendo in lunghezza.
Il WGMS ha costituito una banca dati con oltre 5.000 misurazioni di volume e di massa dei ghiacciai, dal 1850 a oggi. Ai dati scientifici se ne aggiungono oltre 42.000 che fanno invece riferimento a osservazioni e ricostruzioni, scritte o disegnate, che si spingono indietro fino al XVI secolo.
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