Fritillaria è un genere di piante della famiglia dei gigli, originario dell'Africa ma ormai diffuso in tutto l'emisfero settentrionale, dove le sue specie vengono coltivate per il loro valore ornamentale. Tra le rappresentanti più note del genere c'è una pianta cinese, Fritillaria delavayi, che è molto cara alle popolazioni locali visto che viene utilizzata da millenni nella medicina tradizionale, e viene dunque raccolta in grandi quantità: un nuovo studio pubblicato su Current Biology, e condotto dal Kunming Institute of Botany in Cina in collaborazione con l'università di Exeter, dimostra che la pianta si è evoluta molto rapidamente in risposta a questa pressione, e ha imparato a mimetizzarsi per nascondersi dagli esseri umani.
Là sui monti con la Fritillaria. Fritillaria delavayi cresce sui pendii dei monti Hengduan, che si trovano al confine con il Myanmar e la regione autonoma del Tibet. È una pianta perenne che produce un singolo fiore ogni anno e che normalmente è di un verde brillante; gli scienziati hanno però notato che in certe aree le sue foglie hanno cambiato colore, virando verso il marrone/grigio, una tinta che le permette di confondersi meglio con le rocce tra le quali cresce.
Il team guidato da Yang Niu e Martin Stevens ha quindi studiato diverse popolazioni distinguendole in base al loro colore, e ha provato a indagare quali differenze ci siano nelle condizioni di vita dei differenti gruppi: hanno scoperto è che più le piante sono più facilmente accessibili per noi esseri umani, più il loro colore assomiglia a quello dello sfondo contro il quale crescono. In altre parole, nelle aree di raccolta più intensa Fritillaria delavayi ha imparato a mimetizzarsi per non farsi "beccare".
mimetismo. Questa strategia non è una novità nel mondo vegetale: molte piante hanno sviluppato sistemi di mimetizzazione per sfuggire agli erbivori che se ne cibano. Quella cinese è però, almeno per quanto sappiamo finora, la prima pianta che si è evoluta in risposta alla "predazione" umana: Fritillaria delavayi viene utilizzata nella medicina tradizionale cinese da più di 2.000 anni, e in tempi recenti il suo valore commerciale è cresciuto a dismisura, e con esso la quantità di piante che vengono raccolte per essere rivendute.
Ecco perché il gruppo di ricerca ha trovato una correlazione evidente tra la facilità di accesso alle piante e il loro grado di mimetismo: «è possibile che anche altre piante abbiano sviluppato strategie evolutive simili in risposta ai comportamenti umani» dice Stevens, «ma sorprendentemente ci sono pochissime ricerche a riguardo».