Natura

Perché la natura ci fa star bene?

Il paesaggio ha un effetto diretto sulle nostre emozioni: il verde e gli alberi riducono quelle negative, come la rabbia, ed esaltano la gioia. Ecco gli studi che lo dimostrano.

Nelle città, per definizione, molte persone vivono a stretto contatto in poco spazio e in condizioni artificiali, più o meno distanti da ciò che sarebbe ideale. Siamo circondati da un paesaggio costruito, in cui tutto richiede attenzione, scelte, decisioni: le luci, la folla, gli schermi, le pubblicità, il traffico, il rumore … «Ce ne accorgiamo appena, ma in questo ambiente siamo perennemente sotto stress», spiega Yoshifumi Miyazaki, docente di architettura del paesaggio all’Università di Chiba, in Giappone. La vita urbana comporta vantaggi (se no non esisterebbe), ma è un po’ una forzatura e può creare disagi.

«Da che siamo diventati umani, abbiamo passato più del 99% della nostra storia in mezzo alla natura; e alla natura ci siamo adattati», chiarisce l’esperto. Eppure, sempre di più ce ne allontaniamo: i dati dell’Onu dicono che il 50% della popolazione mondiale vive ormai in zone metropolitane, e la proporzione è in rapido aumento. Curare il design delle città per assicurare le migliori condizioni possibili diventa dunque fondamentale.

Il verde fa bene. La presenza di alberi e altri elementi di natura urbana, persino di un semplice affaccio su un parco da casa, ha infatti un’azione rilevante sulla salute degli abitanti.

Alcuni anni fa una ricerca olandese condotta su quasi 350.000 persone ha dimostrato che vivere a meno di un chilometro da un’area verde è protettivo per molte malat­tie: da quelle cardiovascolari alle respi­ratorie, dal mal di testa ai disordini dell’apparato digestivo, fino ai dolori muscolari e, soprattutto, all’ansia e alla depressione.

Central Park, a New York. © Shutterstock

Vista sul parco. Questo e altri studi mostrano che è so­prattutto il benessere psicologico a trar­re i maggiori vantaggi. Il verde, infatti, permette di recuperare dallo stress e dall’affaticamento generato dall’eccessi­va stimolazione di tutti i nostri sensi, ti­pico delle città. Nei quartieri con più natura, di conseguenza, si riducono le emozioni negative quali rabbia, frustra­zione, aggressività, ansia e tristezza; mentre quelle positive, come la stima di sé e l’autocontrollo, vengono rinforzate.

Quando sapere tutto non basta, c'è in edicola il nuovo numero di Focus Extra. © Focus EXTRA

Accade anche negli adulti come nei bam­bini: il verde vicino a casa li rende più sereni e attenti e sembra favorire la ca­pacità di reagire agli stress. Per questo, osserva Frances Kuo, che all’Università dell’Illinois (Usa) si occupa delle relazio­ni fra la qualità del paesaggio e la salute, «dove c’è più verde anche i rapporti di vicinato sono migliori e c’è meno conflit­tualità e violenza. Le persone sono più aperte, socievoli e generose».

cala la rabbia. Persino l’economia trae beneficio dalla presenza di elementi della natura: una casa vicina a parchi e giardini ha maggior valore ed è anche stato dimostrato che lungo le vie commerciali alberate i clienti, rilassati e soddisfatti, spendono di più e tendono a tornare. Il verde migliora infine la con­centrazione alla guida, riducendo ansia e frustrazione e facendo calare l’aggressi­vità degli automobilisti.

In campagna si sta meglio, anche perché si tende a fare più sport. © Shutterstock

in campagna. I benefici sulla psiche si amplificano quando si esce dalla città e si va in va in campagna o nei boschi. Oltre a offrire un am­biente più sano, la campagna esercita un effetto rilassante, che si riscontra anche attraverso i parametri fisiologici: la frequenza car­diaca, la pressione, e i livelli nel sangue di ormoni legati allo stress tendono infatti a normalizzarsi. A determinare questi benefici sarebbero, almeno in parte, delle molecole rilasciate dalle piante e chiamate fitoncidi, che sembrano esercitare un’azione diretta sul sistema immunitario, così come il contatto con alcuni microrganismi pre­senti nel terreno.

Ma giocano senz’altro un ruolo anche l’attività fisica, che tipica­mente tende ad aumentare quando si sta in mezzo alla natura, così come la vista degli alberi, del paesaggio e anche del co­lore verde di per sé: grazie alla psicologia sperimentale sappiamo infatti che esiste una preferenza dell’occhio umano per le tonalità proprie di una vegetazione sana, per le forme frattali delle chiome di certe specie vegetali, per gli spazi aperti in cui lo sguardo può vagare.

effetto calmante. Ricerche di neuroimaging hanno scoper­to che tutto questo ha un effetto calman­te anche per il cervello, confermando quanto lo yoga e il buddismo dicono da millenni: la contemplazione della natura rigenera le risorse psicoemotive. Infatti, quando guardiamo un paesaggio verdeg­giante o passeggiamo in un bosco, dimi­nuisce l’attività nella corteccia prefron­tale, una zona tanto essenziale quanto tartassata dalla vita moderna, perché re­sponsabile dell’attenzione, del ragiona­mento e della pianificazione. Viceversa, si attivano altre aree più profonde del cervello, preposte alla regolazione delle emozioni e responsabili di sensazioni le­gate al piacere e al benessere.

Stare in mezzo alla natura ci rigenera. © Shutterstock

A dispetto dei benefici che offre, la vita di campagna resta però una chimera per molti. Ricreare un am­biente che permetta un contatto più ge­nuino con la natura è quindi l’obiettivo di un buon design urbano. A questo scopo, le caratteristiche degli ambienti natura­li rigeneranti, così come quelle dei pae­saggi, vengono oggi studiate da architetti e urbanisti e cominciano a essere inte­grate nelle progettazioni di nuovi spazi; è una tendenza molto attiva per quanto riguarda i luoghi di ricovero e cura, ma anche per le zone residenziali.

più verde per tutti. Cardine del nuovo trend è la presenza di abbondanti zone verdi, sia su piccola scala locale (aiuole, viali alberati, sparti­traffico vegetati, piccoli giardini di quar­tiere) sia più estese (parchi, ville, riserve naturali urbane), integrate al tessuto strutturale delle città, ben distribuite, mantenute in modo accettabile e acces­sibili a tutti.

Alberi artificiali del Bay South Garden di Singapore. Si illuminano grazie a celle fotovoltaiche. © Shutterstock

Città selvagge. Città che hanno saputo integrare natura e presenza umana esistono già. Singapore, per esempio, è una città-stato ultra-moderna in cui, malgrado l’altissima pressione abitativa e la mancanza di spa­zio, la municipalità fa sforzi costanti per mantenere una coesistenza tra strutture urbane e natura. Perciò, tra parchi, riser­ve boschive, zone lasciate volontaria­mente selvagge e i curatissimi alberi e aiuole delle vie, la metà della superficie di Singapore ha una qualche forma di co­pertura verde. Mentre a Shijiazhuang, inquinatissima città non lontana da Pe­chino, il progetto Forest City (“città fore­sta”), dello studio di Stefano Boeri, cree­rà entro il 2020 un’ampia area urbana capace di ospitare 100.000 persone, ver­dissima e autosufficiente dal punto di vista energetico.

Di Valentina Ivancich. Questo articolo, tratto da Focus Extra n. 76, è stato aggiornato e leggermente modificato.

­

1 settembre 2018 Focus Extra
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

Sulle orme di Marco Polo, il nostro viaggiatore più illustre che 700 anni fa dedicò un terzo della sua vita all’esplorazione e alla conoscenza dell’Oriente, in un’esperienza straordinaria che poi condivise con tutto il mondo attraverso "Il Milione". E ancora: un film da Oscar ci fa riscoprire la figura di Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz che viveva tranquillo e felice con la sua famiglia proprio accanto al muro del Lager; le legge e le norme che nei secoli hanno vessato le donne; 100 anni fa nasceva Franco Basaglia, lo psichiatra che "liberò" i malati rinchiusi nei manicomi.

ABBONATI A 29,90€

Che cosa c’era "prima"? Il Big Bang è stato sempre considerato l’inizio dell’universo, ma ora si ritiene che il "nulla" precedente fosse un vuoto in veloce espansione. Inoltre, come si evacua un aereo in caso di emergenza? Il training necessario e gli accorgimenti tecnici; che effetto fa alla psiche il cambiamento climatico? Genera ansia ai giovani; esiste la distinzione tra sesso e genere tra gli animali? In alcune specie sì. Con quali tecniche un edificio può resistere a scosse devastanti? Siamo andati nei laboratori a prova di terremoti.

 

ABBONATI A 31,90€
Follow us