I risultati di un nuovo studio della Royal Society inglese durato sei anni ed effettuato in campo: gli ogm riducono la biodiversità.
Un campo di bietola trangenica: queste coltivazioni, secondo l'ultimo studio inglese, riducono la biodiversità. |
Un nuovo studio della Royal Society inglese confermerebbe le perplessità sulla pericolosità degli ogm per l'ambiente. La ricerca è stata voluta dal governo inglese proprio per rispondere in modo autorevole e basato su dati precisi, alle pressioni sempre più insistenti di un'opinione pubblica sempre più dubbiosa.
Le analisi sono state fatte direttamente in campo, e sono durate tre anni. Quelle precedenti erano state effettuate solo in laboratorio e per questo criticate per la loro attendibilità. Il risultato: le coltivazioni modificate geneticamente per diventare tolleranti ai diserbanti, ridurrebbero la biodiversità naturale, ancor più di quanto non facciano le loro parenti convenzionali. Lo studio sottolinea parallelamente l'importanza delle cosiddette erbacce, le comuni piante infestanti, perché forniscono un contributo importante al mantenimento degli ecosistemi naturali adiacenti a quelli agricoli.
Esame severo. Circa 60 campi sono stati seminati con bietola, mais e colza. Ognuno di essi è stato diviso: una metà è stata seminata con sementi tradizionali, l'altra con una varietà ogm resistente a diserbanti largamente impiegati in agricoltura. Al termine del periodo in esame, si è notato che il numero di infestanti (semi e massa vegetale) si era ridotto considerevolmente, con l'unica eccezione dei campi di mais. Il campo di granoturco ogm però è stato confrontato con un campo un cui è stato usato un erbicida molto aggressivo, l'atrazina, recentemente messo al bando in Europa. Considerevoli anche gli effetti sugli invertebrati che abitano il suolo. Attualmente nessuna coltivazione transgenica può essere coltivata per ragioni commerciali in Europa, a meno che non ottenga un permesso dopo che sia stata dimostrata la sua innocuità per la salute umana e dell'ambiente.
(Notizia aggiornata al 27 ottobre 2003)