Una ricerca dell'Università dell'Oregon conferma infine l'ipotesi più condivisa sull'origine delle piante: sono apparse per la prima volta sulla terraferma circa 460 milioni di anni fa, nel bel mezzo dell'Ordoviciano, una suddivisione geologica del Paleozoico durata circa 45 milioni di anni. Lo studio, condotto dal geologo Greg Retallack, descrive una serie di tracce fossili di piante in una stratificazione rocciosa dell'Ordoviciano in una regione del Tennessee (USA). Nella stessa area studi precedenti avevano rivelato prove fossili di invertebrati, ma Retallack è il primo a identificare intere piante fossili, inclusi muschi, epatiche e licheni.
Una inarrestabile catena di eventi. Retallack, attuale curatore della Thomas Condon Fossil Collection del Museo di Storia Naturale dell'università (una tra le collezioni di fossili più importanti al mondo, con oltre 100.000 reperti classificati), ritiene che i recenti ritrovamenti possano mettere il punto finale alla questione della nascita e della diffusione delle piante sulla Terra. «Studi precedenti hanno identificato spore fossili all'interno di rocce datate a quel periodo», afferma il ricercatore: «le analisi del suolo e gli studi sugli isotopi del carbonio avevano confermato la probabile presenza di piante terrestri, ma questa è la prima volta che si trovano prove dirette della presenza di piante.»
Se le piante terrestri sono emerse e hanno iniziato a diffondersi 460 milioni di anni fa, possono avere contribuito direttamente a una diminuzione dell'anidride carbonica in atmosfera, cosa che avrebbe portato al raffreddamento globale che è all'origine di un'esplosione di nuova vita negli oceani e che, alla fine, 445 milioni di anni fa circa, ha dato inizio a un'era glaciale. Era però un mondo nel quale dominava il verde delle gimnosperme: dalla nascita di quelle prime piante terrestri, che non avevano bisogno di fiori per riprodursi (come il pino e l'abete), dovranno passare 285 milioni di anni prima di vedere la comparsa delle angiosperme, ossia le piante che si riproducono attraverso i fiori, che infine presero il sopravvento sulle prime.
Le rocce studiate si depositarono quando la maggior parte delle terre emerse erano riunite nel supercontinente Gondwana. Venute alla luce nel 1942, durante i lavori di costruzione di una diga, molte furono frazionate e portate in diversi musei - dove Retallack ha potuto studiarle e scoprire i fossili vegetali: «È un altro esempio di come le vecchie collezioni possano sempre riservare nuove sorprese».