Natura

La corsa all’oro e la deforestazione dell’Amazzonia

Il suolo della foresta amazzonica contiene enormi quantità d'oro, che viene sempre più spesso scavato illegalmente e con gravi danni ambientali.

La rapida scomparsa di enormi aree di foresta amazzonica in Sud America è un problema ambientale globale, e le cause principali di questa deforestazione sono tristemente note: tagli indiscriminati per liberare suolo da destinare all'agricoltura intensiva, incendi, inquinamento… Oltre a queste, però, ci sono una serie di attività il cui impatto è apparentemente minore ma che si stanno moltiplicando nel continente, contribuendo in maniera decisiva al declino della foresta amazzonica.
 
Una di queste è la stessa che vi ha probabilmente permesso di comprare l'anello o la collana che state indossando: il suolo della foresta è ricco d'oro, e negli ultimi anni le imprese minerarie che "ripuliscono" grossi tratti di foresta per estrarre il minerale si sono moltiplicate, e molto spesso sono illegali. Uno studio pubblicato su Environmental Research Letters investiga il fenomeno e prova anche a suggerire una soluzione.

I minatori del Perù. Lo studio, condotto da un team di ricerca della University of Winsconsin-Madison, si è focalizzato su un'area protetta di foresta amazzonica che si trova in Perù, la Reserva Nacional Tambopata: per 13 anni, dal 2001 al 2014, la squadra guidata da Lisa Naughton ha tenuto sotto controllo la zona, tenendo traccia delle nuove operazioni minerarie che nascevano per andare in cerca dell'oro e, parallelamente, delle variazioni nella copertura forestale.
 
Nel periodo considerato, si legge nello studio, il team ha assistito a una vera e propria esplosione di nuovi scavi, conseguenza dell'aumento della domanda di oro a livello mondiale. Tipicamente, un'operazione mineraria di questo tipo condotta in Amazzonia prevede di "ripulire" un tratto di foresta e costruire un sistema di canali navigabili per trasportare il materiale; ogni operazione impatta un'area relativamente piccola, ma è ovvio che, quando i luoghi di scavo si moltiplicano, l'effetto che hanno sulla salute della foresta viene amplificato.

Parola d'ordine: formalizzazione. L'altro problema è che la maggior parte di queste miniere sono illegali: Jessica L'Roe, una delle autrici dello studio, spiega che «le autorità peruviane hanno rinunciato a fermare queste operazioni, e hanno scelto di provare a contenerle e confinarle». Lo studio suggerisce che il primo passo da fare per provare a ridurre l'impatto di un'industria che inevitabilmente continuerà a operare in Amazzonia è la formalizzazione: bisognerebbe, in altre parole, permettere di operare solo a quelle miniere che operano sotto l'ombrello della legge e rispettando certi standard ambientali.
 
La formalizzazione non è un'idea nuova, e viene proposta da tempo (e non solo nel caso delle miniere d'oro) come modo per aiutare le popolazioni locali e contrastare la povertà; il nuovo studio suggerisce che possa avere anche un impatto ambientale positivo.

Bisognerebbe farlo in fretta, però: la corsa all'oro è, per l'appunto, una corsa, e la foresta amazzonica non aspetta.

22 giugno 2021 Gabriele Ferrari
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