Il nome inglese, milky sea, ricorda quello della Via Lattea (milky way), ma il mare di latte si trova sulla Terra (anzi, sull'acqua), e non nello spazio: tuttavia un aiuto per vederlo e svelarne i misteri arriva proprio dall'alto, dalle immagini catturate per quasi un decennio da una serie di satelliti supersensibili alla luce, che hanno permesso di individuare in diversi punti del mondo questo fenomeno di bioluminescenza oceanica di cui si sa ancora poco o nulla, che può essere molto esteso (fino a oltre 100.000 km2) e durare anche diverse notti.
Mistero luminoso. In oltre 200 avvistamenti registrati, solo una volta, nel 1985, un vascello da ricerca è riuscito a navigare in un mare di latte: i campioni di acqua raccolti all'epoca mostrano che la bioluminescenza sarebbe dovuta alla presenza di un batterio luminoso nelle alghe che galleggiano sulla superficie dell'acqua, ma questa ipotesi non convince del tutto gli esperti, che sostengono che alcune caratteristiche del mare di latte non trovino riscontro in tale spiegazione.
Il mare di latte si verifica in circostanze straordinarie e solo in alcune aree remote del mondo, come al largo delle coste del Corno d'Africa e nelle acque che circondano l'Indonesia. A permettere ai satelliti Suomi NPP e NOAA-20 di catturare delle immagini di questo rarissimo fenomeno è stato uno strumento chiamato "Day/Night Band", un sensore in grado di rilevare quantità minime di luce.
Lavoro certosino. Catturare il fenomeno richiede molta pazienza - dal 2012 al 2021 gli studiosi l'hanno rilevato appena 12 volte, perché basta un leggero riflesso lunare sulla superficie dell'oceano a mascherare il segnale; il mare di latte diventa invisibile ai satelliti di giorno, per poi ritornare durante la notte. I ricercatori si dicono convinti che i dati ricavati dai satelliti permetteranno di studiare più a fondo questo fenomeno e conoscerne la formazione, la composizione, e il ruolo nell'ecosistema marino.