A quattro chilometri di profondità in un acquitrino formatosi tra le fessure di alcune rocce di basalto, vive il primo organismo conosciuto del tutto autonomo dal sole.
Il Desulfotomaculum, come è stato chiamato, è stato scoperto in una miniera di oro in Sudafrica e ha subito acceso le speranze degli scienziati di trovare forme di vita simili su altri pianeti.
Il microbo “sepolto” nelle profondità della terra per milioni di anni, non è mai venuto a contatto con la luce del sole, indispensabile per la fotosintesi delle piante e per la vita di tutti gli organismi terrestri che si nutrono, direttamente o indirettamente, dei prodotti della fotosintesi. Il microscopico essere vivente, invece, si alimenta ricavando il “cibo” dalla radioattività emessa dalle rocce. Le radiazioni di alcuni elementi di cui sono composte le rocce, come l’uranio, distruggendo le molecole dell’acqua producono idrogeno, che questi batteri usano per la loro particolare “fotosintesi”. Il prodotto finale sono dei solfati che, secondo gli esperti, sono l’elemento chiave della loro “dieta” e quindi indispensabili per la loro sopravvivenza.
Foto: © Li-Hung Lin - Princeton University, New Jersey