Natura

Libano, la spiaggia è invasa dalla schiuma: cosa è accaduto?

La scorsa settimana, chi passeggiava in riva al mare a Naqoura si è trovato con i piedi a mollo tra le bolle. Non è la prima volta che succede, ma da cosa dipende? È pericoloso?

Venerdì scorso, gli abitanti di Naqoura, in Libano, sono rimasti a bocca aperta davanti al soffice manto bianco che si è depositato sulla spiaggia cittadina. Neve? No: una schiuma densa e persistente, in quantità così esagerate da suscitare preoccupazione. Da che cosa è stata causata?

شاطئ الرغوة
منطقة رأس الناقورة #فيديو pic.twitter.com/xPuF1243Rq

— لؤي الرفاتي (@rafatylt) 19 gennaio 2018

Il fenomeno è stato documentato anche altrove ed è dovuto a una combinazione di acqua, aria e tensioattivi, cioè sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido. Di solito, poiché le molecole della superficie dell'acqua sono attratte da quelle sottostanti, e vengono quindi "richiamate" verso il basso, le bolle formate dal viavai delle onde scoppiano quasi subito: la superficie ritorna piatta.

I tensioattivi, uniti all'acqua, ne fanno diminuire la tensione superficiale: le molecole sottostanti non hanno abbastanza forza per attrarre quelle superficiali e le bolle durano più a lungo.

الناقورة pic.twitter.com/VP0QSUOLUu

— Sarah Salman (@RMA_Sara) 19 gennaio 2018

Un ventaglio di cause. Sostanze inquinanti prodotte dall'uomo, come fertilizzanti e sapone, agiscono da tensioattivi, ma la stessa proprietà appartiene anche composti di origine naturale come i grassi delle alghe e di pesci o vegetazione marina in decomposizione. Eventi come un picco di inquinanti rilasciati in mare o una fioritura eccezionale di alghe possono facilitare il fenomeno, che però, nel caso di Naqoura, sembra essere stato causato dal maltempo, che ha agitato le acque facendo crescere e impilare gli strati di schiuma.

Alla larga. Occasionalmente, la schiuma marina può essere irritante se inalata o toccata: lo è per esempio quando i tensioattivi sono residui di alghe tossiche, come la Karenia brevis, che in forma di aerosol può irritare le vie respiratorie, o la Akashiwo sanguinea che può danneggiare il rivestimento idrorepellente delle ali degli uccelli.

2 febbraio 2018 Elisabetta Intini
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