Esiste un metodo per prevedere le valanghe? No, il modo in cui una lastra di neve si sfalda è imprevedibile.
Una discesa fuori pista in neve fresca? Attenzione alle valanghe. È impossibile dire con certezza: "tanto non succede niente". |
Amate lo sci fuori pista, ma avete paura delle valanghe? La scienza… non può aiutarvi e forse neppure la natura. Pare, infatti, che prevedere una slavina sia impresa alquanto ardua. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori dell'università di Vienna secondo il quale la natura è così imprevedibile da rendere quasi impossibile la definizione di come e quando un semplice agglomerato di neve possa trasformarsi in una vera e propria slavina.
Valanghe fatte in casa. Creando artificialmente degli accumuli di neve, gli studiosi hanno cercato di stabilire quale tipo di sollecitazione avrebbe potuto provocarne la rottura. Si è poi visto in laboratorio che aumentando la compattazione e la densità della neve la sua resistenza media aumentava. Ma si è anche notato come la grande dispersione dei risultati facesse sì che in pratica, sul campo, questo principio non si traducesse in nulla di decisivo: infatti a volte la rottura si determinava anche senza sollecitazioni di rilievo in mucchi di neve che avrebbero potuto resistere meglio.
Imparare dagli stambecchi. Le sollecitazioni che possono determinare la rottura di un cumulo di neve possono essere le più svariate e come tali difficilmente quantificabili. A volte, insomma, può bastare anche il passaggio di un semplice sciatore per provocare la rottura degli strati di neve e, quindi, una loro caduta a valle. L'unica soluzione? Fare come gli stambecchi che non vengono mai coinvolti nelle valanghe. Secondo uno studio dell'Istituto svizzero delle valanghe, sono gli unici in grado di prevederle ed evitarle. Il segreto? Rimangono sempre ad almeno 50 metri dalle zone dove è caduta neve fresca finché non son ben certi che questa si sia compattata con lo strato sottostante.
(Notizia aggiornata al 23 febbraio 2004)