Il susseguirsi delle stagioni in superficie fa sentire i suoi effetti anche sull'ecosistema marino, ma con modalità e tempi diversi rispetto alla terraferma. La temperatura dell'acqua, infatti, che dipende dall'irraggiamento solare (e quindi dalla stagione in cui siamo), cresce o decresce più lentamente rispetto a quella dell'aria, ritardando le stagioni oceaniche di circa due mesi rispetto a quelle atmosferiche.
Alghe in crescita. Il caldo (o il freddo) influenzano la quantità di nutrienti a disposizione del fitoplancton, l'insieme di organismi capaci di svolgere la fotosintesi che fungono da produttori primari di alimenti negli oceani: normalmente sono le acque profonde a essere ricche di nutrienti, ma quando la differenza di temperatura con le acque superficiali è ridotta al minimo (cioè d'inverno) i due strati si mescolano e - con l'arrivo della primavera e quindi di maggior luce solare - il fitoplancton può "fiorire".