Una ricerca condotta con robot sottomarini ha messo in luce la presenza di centinaia di sorgenti di metano lungo tutta la costa occidentale degli Stati Uniti: «Sembra un’immensa sorgente di gas che si sviluppa lungo i fondali oceanici al largo degli Stati di Washington, dell'Oregon e della California», spiega Robert Ballard, responsabile della Ocean Exploration Trust.
Non solo metano. Grazie al sottomarino Nautilus, che esplora da tempo i fondali di quell’area del Pacifico, sono stati scoperte circa 500 sorgenti metanifere, dove, tra l'altro, il metano non è l'unico gas a comporre le bollicine che fuoriescono dalle sorgenti sottomarine.

«Il nostro gruppo di ricerca sta ancora analizzando molti dei campioni prelevati, e sembra che vi sia una vasta gamma di gas», afferma Robert Embley, responsabile scientifico del Nautilus.
Al momento i ricercatori non sono in grado di stimare da quanto tempo le sorgenti di gas sono attive, che cosa abbia innescato la loro formazione e soprattutto quanto gas viene immesso in atmosfera da queste fonti. Un dettaglio importante nel contesto del discorso sui cambiamenti climatici, da approfondire perché ricerche condotte su formazioni simili al largo dell'arcipelago delle Svalbard (Norvegia) suggeriscono che la maggior parte del metano si disperde in acqua.
Il metano può però effettivamente accelerare il riscaldamento globale perché in atmosfera intrappola il calore terrestre con un’efficienza 40 volte superiore all'anidride carbonica. Sapendo quanto gas di questo tipo sgorga dalle sorgenti e quanto finisce in atmosfera sarà possibile stimare l'impatto di queste "nuove" fonti sui cambiamenti climatici.
I ricercatori ipotizzano che al largo degli Stati Uniti orientali la quantità di metano che potrebbe filtrare dal fondale marino è superiore a quello riscontrato sul versante dell'Atlantico, ed è perciò necessario, aggiunge Embley, «mappare con precisione il fenomeno, ma per farlo occorreranno almeno altre due stagioni di lavoro sul campo».