Parte del patrimonio genetico delle piante superiori è fatto da geni estranei. Da dove vengono?
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Una foglia di un albero di kiwi (Actinidia deliciosa ). |
I ricercatori hanno esaminato il Dna mitocondriale (cioè quello presente nelle piccole centrali energetiche della cellula) di circa 100 specie vegetali. Alcune di esse - il kiwi, il caprifoglio, la betulla, il papavero canadese e una pianta estremamente primitiva, l'Amborella - sembravano geneticamente imparentate con altre specie anche lontane. L'unica spiegazione di questa anomalia è che le piante stesse avessero in qualche modo acquisito parte dei geni dall'esterno.
Trasporti misteriosi. Non attraverso l'ibridazione o l'accoppiamento, ma forse con l'aiuto di funghi, virus o batteri che hanno funto da “trasportatori” di geni. Incorporano parte del genoma di alcune piante nel loro, e quando infettano un'altra specie rilasciano qualche gene, che va ad inserirsi nel patrimonio genetico della nuova specie. Nel caso del papavero canadese, hanno addirittura trovato un gene “ibrido”, composto per il 50 per cento da un gene catturato da una specie diversa, e per il resto trasmesso dai genitori.
La scoperta potrebbe mettere in dubbio la sicurezza con cui le grande aziende agroalimentari statunitensi propongono la coltivazione di organismo geneticamente modificati.
(Notizia aggiornata al 23 luglio 2003)