La leggenda racconta che siano nate dalla furia di un dio. La bellissima Naipi, figlia del capo di una comunità, doveva essere consacrata alla divinità M'Boy e passare la vita a occuparsi del suo culto. Prima della consacrazione, Naipi e il guerriero Tarobá fuggirono insieme sul fiume, in canoa. Furioso, M'Boy aprì una frattura nella roccia creando un'enorme cascata in cui i due amanti precipitarono. Per il mito delle popolazioni indigene delle zona, sono nate così le cascate dell'Iguazú, tra Brasile e Argentina: sono formate dal fiume Iguazú, cadendo in un canyon nella roccia. Una delle meraviglie del Sud America.
Vi parliamo delle cascate, della vita adattata a vivere in questo ambiente particolare e della ricchissima foresta che le circonda su Focus 352 (febbraio 2022), nella seconda puntata del nostro viaggio con il WWF. Il documentario qui sopra ne mostra alcuni (impressionanti) scorci.
Dal mito alla geologia. E qui vi racconta ancora della geologia e della formazione delle cascate - oltre al mito - uno degli esperti che abbiamo intervistato per l'articolo su Focus: Eduardo Salamuni, geologo della Universidade Federal do Paraná di Curitiba, in Brasile. «La regione in cui si trovano è formata da una successione di colate di lava basaltica avvenute nel Cretaceo, con fuoriuscite soprattutto tra 134 e 132 milioni di anni fa. La lava ha coperto un'area di 1.200.000 km quadrati, in una zona che si estende tra Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Lo spessore massimo restante è di duemila metri. È così che si è formato lo scuro basalto locale», spiega Salamuni: «nel basalto si sono formate grandi fratture; una di queste è il canyon dell'Iguazú, in cui il fiume si incanala dopo il salto delle cascate e che prosegue fino al punto in cui il fiume si getta nel Paraná. Il fiume Iguazú si è formato dopo che, circa 20.000 anni fa, il clima è cambiato da secco e freddo a umido e caldo: si instaurò un regime regolare di piogge e le abbondanti acque che confluivano dal bacino idrografico formarono l'Iguazú. Questo, con un volume di acqua crescente, spostò progressivamente il suo corso fino ad arrivare a una imponente frattura geologica nella roccia basaltica: così si sono formate le cascate e il fiume si è incanalato in quello stretto canyon.» Il processo di erosione degli strati basaltici ha poi creato la forma
Acqua azzurra, acqua rossa. Il fiume porta con sé una grande quantità di sedimenti, che possono cambiare il colore dell'acqua, da cristallina a... rossa. «Il fiume trasporta tonnellate di sedimenti, soprattutto dopo che la zona del bacino fluviale è stata deforestata, esponendo il suolo, che viene così facilmente eroso. Nel periodo delle piogge i sedimenti danno una colorazione arancione-rossastra al fiume; quando le piogge sono meno intense, il fiume è più trasparente e azzurro. I sedimenti poi in parte si depositano lungo il corso del canyon, tra le rocce ai suoi bordi, creando piccole spiagge che vengono colonizzate da flora e fauna», continua Salamuni. Nella zona, sulle strade sterrate o al bordo dei campi, dove la foresta è stata eliminata, si vede apparire un terreno dal colore rosso intenso: «La terra rossa della zona è prodotta dalla decomposizione chimica del basalto», conclude Salamuni: «è un suolo vulcanico molto fertile».