La tragedia della Marmolada ce lo ha ricordato con prepotenza: i ghiacciai stanno subendo le conseguenze del riscaldamento globale. Da anni la superficie dei ghiacciai alpini si sta riducendo. "Il problema principale è il caldo estivo: causa una fusione massiccia del ghiaccio e quindi una riduzione della massa. A questo si somma una riduzione delle precipitazioni in inverno, che non permette nuovi accumuli", spiega Fabrizio de Blasi, ricercatore dell'Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
Nell'animazione qui sotto vi mostriamo con grafici e ricostruzioni l'evoluzione di due ghiacciai trentini, il ghiacciaio de La Mare e il ghiacciaio del Careser.
CIME SOPRA LO ZERO. "In estati calde come quella che stiamo vivendo, lo zero termico (l'altitudine alla quale la temperatura nella libera atmosfera è di 0 gradi) è arrivato a quote molto alte. Immaginiamo che arrivi a 4.000 metri: significa che tutto ciò che si trova al di sotto è a una temperatura superiore allo zero. E quindi fino a quell'altitudine i ghiacciai fondono", continua de Blasi. Lo scorso 25 luglio, lo zero termico sulle Alpi svizzere (misurato a Payerne) è arrivato a 5.184 metri: non superava quota 5.000, ben superiore a qualsiasi picco svizzero, dal 1995. "Conta sia il trend delle temperature estive medie, che è in aumento, sia la maggiore frequenza dei picchi di calore: sono eventi dei quali i ghiacciai risentono molto, fondendo se la temperatura si innalza anche solo per un periodo limitato", conclude il glaciologo. "Aggiungiamo che molti ghiacciai italiani hanno un'esposizione a sud. E che quest'anno il caldo precoce ha fuso molto presto la neve rimasta dall'inverno: è quella che protegge come una coperta il ghiaccio sottostante".