Gli stessi cambiamenti climatici che da un lato fanno bruciare la Siberia, dall'altro allagano l'Alaska, due situazioni estreme che portano allo stesso, preoccupante risultato: la fusione del permafrost, fenomeno che libera in atmosfera in atmosfera metano e altri inquinanti fino a quel momento intrappolati nel suolo perennemente ghiacciato - dando così ulteriore impulso al riscaldamento globale. Uno studio pubblicato su Climate and Atmospheric Science è il primo a studiare il modo in cui l'aumento della piovosità influenza la fusione del permafrost nel tempo e in diversi ecosistemi.
L'amplificazione artica. A rendere particolarmente difficile la situazione in Alaska e in Siberia è un fenomeno correlato ai cambiamenti climatici, chiamato amplificazione artica, che fa sì che le temperature nella zona artica aumentino più velocemente rispetto alla media globale. «Abbiamo constatato che nella zona dell'Alaska dove abbiamo condotto lo studio l'inverno dura tre mesi in meno, e l'estate tre mesi in più», afferma Thomas Douglas, coordinatore dello studio: «questo significa che durante l'estate piove molto di più.»
L'importanza della vegetazione. Nel corso della missione di ricerca, durata cinque anni e condotta in diverse zone dell'Alaska, gli scienziati hanno effettuato 2.750 misurazioni per analizzare quanto il permafrost si fosse fuso al di sotto dello strato superficiale alla fine di ogni estate. Più l'estate era piovosa, più la fusione del permafrost era profonda: dopo l'estate del 2014, finora la più piovosa di sempre, il permafrost non è più tornato ai livelli precedenti, nemmeno dopo diverse estati più secche.
Secondo quanto scoperto, le zone più resistenti alla fusione del permafrost sarebbero quelle ricoperte da foreste, specialmente di abeti rossi, in cui il terreno è tappezzato da spessi strati di muschio: lo studio rivela che le piante influenzano il modo in cui pioggia e permafrost interagiscono. Ma in un Alaska sempre più caldo e umido il tipo di vegetazione cambierà, e quello nuovo potrebbe non fornire più la stessa protezione. Tutto questo potrebbe portare a una sorta di circolo vizioso, in cui lo scioglimento del permafrost provocherà estati più piovose, ed estati più piovose causeranno un maggiore scioglimento del permafrost.