Sei anni fa, l'università di Yale lanciò un progetto molto ambizioso: mappare la vita sul pianeta. Il progetto, chiamato Map of Life (potete scaricare la App qui), raccoglieva un'immensa quantità di dati e osservazioni, integrate anche con segnalazioni arrivate direttamente dagli utenti, per dare una visione d'insieme della distribuizione della vita sul pianeta: quali sono le aree più ricche di biodiversità? Quali specie posso incontrare se esco di casa a fare una passeggiata?
Oggi lo stesso laboratorio torna in azione con un nuovo progetto, creato a partire dalla Map of Life ma che si propone di tracciare qualcosa di ancora più sfuggente e affascinante: tutte le specie ancora da scoprire esistenti nel pianeta.
Il progetto nasce parallelamente a un nuovo studio nel quale si legge che "le stime più conservative ci dicono che conosciamo non più del 13-18% di tutte le specie viventi", una percentuale che secondo i più pessimisti scende addirittura all'1,5%. Secondo gli autori dello studio questo significa che abbiamo un'idea molto sbagliata della biodiversità del pianeta, e che tutti i nostri sforzi di conservazione si basano su strategie che considerano meno di un quinto (o addirittura un centesimo) degli animali e piante che popolano la Terra.
Proviamo a immaginare. Ovviamente non è facile completare questi dati aggiungendo quelli relativi alle specie ancora sconosciute, per il semplice fatto che... sono ancora sconosciute, e non sappiamo quali siano e dove vivano. Possiamo però provare a immaginarcelo, partendo dalle specie che conosciamo già: è così che funziona il modello sviluppato da Mario Moura e Walter Jetz e utilizzato per creare la mappa delle specie ancora da scoprire.
I due hanno utilizzato le informazioni relative a 32.000 specie di vertebrati terrestri (la loro biologia, ecologia, struttura sociale, habitat naturale) e da queste hanno estrapolato quelle che sono le zone del pianeta dove è più probabile che vivano animali che ancora non conosciamo. Questo perché, secondo Moura, non tutte le specie ancora da scoprire sono uguali: alcune sono più facili da trovare e descrivere, altre richiedono più tempo e ricerche.
Caccia ai piccoli. Per esempio: è praticamente impossibile che da qualche parte sul pianeta ci sia una specie di elefante che ancora non conosciamo, perché sono animali grossi e facili da individuare; mentre è più probabile che ci siano ancora piccoli mammiferi, o anfibi, o rettili dei quali non sappiamo nulla, magari perché abitano in aree inaccessibili o difficili da raggiungere.
Sempre secondo i dati ottenuti dal modello, i Paesi dove è più probabile che ci sia ancora biodiversità da scoprire sono il Brasile, l'Indonesia, la Colombia e il Madagascar. Ma anche l'Italia ha le sue... potenzialità, con qualche (remota) probabilità concentrata soprattutto in Sicilia e in Sardegna.