I boschi ricchi di specie proteggono l'uomo dalle infezioni. Un altro pregio della biodiversità.
La probabile struttura del batterio che causa la malattia di Lyme. |
Modelli ecologici. Questo perché, secondo il cosiddetto “modello di diluizione”, quando ci sono molti altri ospiti per il batterio (oltre al topo campagnolo) alcuni di essi resistono all'infezione e non trasmettono il batterio stesso alla zecca. Se nella stessa zona ci sono quindi topi campagnoli, scoiattoli e toporagni, la malattia si “diluisce” in tanti ospiti diversi, e la possibilità di trasmissione della malattia dalle zecche all'uomo è molto più bassa. Se però l'uomo degrada i boschi, molte specie scompaiono e rimane solo il topo campagnolo, l'ospite “ideale” per la zecca e i batteri; per questo nei boschi poveri di specie dello stato di New York (dove sono stati condotti questi studi) la trasmissione di patogeni dalla zecca all'uomo è molto alta. In altre zone in cui la biodiversità è alta, la trasmissione della malattia all'uomo è più bassa.
(Notizia aggiornata al 1 febbraio 2003)