Natura

La biodiversità protegge dalle malattie

I boschi ricchi di specie proteggono l'uomo dalle infezioni. Un altro pregio della biodiversità.

La biodiversità protegge dalle malattie
I boschi ricchi di specie proteggono l'uomo dalle infezioni. Un altro pregio della biodiversità.

La probabile struttura del batterio che causa la malattia di Lyme.
La probabile struttura del batterio che causa la malattia di Lyme.

Ambientalisti e trattati internazionali tendono a considerare la biodiversità come una caratteristica positiva, facendo notare che avere molte specie è utile per la sopravvivenza degli ecosistemi, e che nelle zone più “biodiverse” sarebbe possibile trovare rimedi e farmaci utili all'uomo. Ora alcuni ecologi di diverse università americane hanno scoperto che la biodiversità potrebbe proteggere direttamente l'uomo dalle malattie. Hanno infatti verificato, in un articolo pubblicato sulla rivista Proceeding of the national academy of science, che in ambienti in cui ci sono molte specie animali la probabilità di essere infettati dalla malattia di Lyme (causata da una zecca che punge prima l'ospite principale - un topo campagnolo - e poi l'uomo trasmettendogli l'agente della malattia, il batterio Borrelia burgdorferi) è molto più bassa.
Modelli ecologici. Questo perché, secondo il cosiddetto “modello di diluizione”, quando ci sono molti altri ospiti per il batterio (oltre al topo campagnolo) alcuni di essi resistono all'infezione e non trasmettono il batterio stesso alla zecca. Se nella stessa zona ci sono quindi topi campagnoli, scoiattoli e toporagni, la malattia si “diluisce” in tanti ospiti diversi, e la possibilità di trasmissione della malattia dalle zecche all'uomo è molto più bassa. Se però l'uomo degrada i boschi, molte specie scompaiono e rimane solo il topo campagnolo, l'ospite “ideale” per la zecca e i batteri; per questo nei boschi poveri di specie dello stato di New York (dove sono stati condotti questi studi) la trasmissione di patogeni dalla zecca all'uomo è molto alta. In altre zone in cui la biodiversità è alta, la trasmissione della malattia all'uomo è più bassa.

(Notizia aggiornata al 1 febbraio 2003)

24 gennaio 2003
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