La corsa delle nuvole, le stellate mozzafiato, le tende gialle dei campi base e le bandiere tibetane mosse dal vento... In meno di due minuti e mezzo Elia Saikaly, filmaker canadese con la passione per le avventure in alta quota, racconta una delle esperienze più estreme della sua carriera: la sua seconda spedizione sull'Everest. Non una semplice scalata, ma un'ascesa documentata con riprese continue nella Death Zone, la zona oltre gli ottomila metri in cui la rarefazione dell'atmosfera mette a rischio la vita anche degli alpinisti più esperti.
Il videomaker, salito a maggio sulla vetta per girare un documentario e condividere la sua missione con una community internazionale di studenti (il network ePals.com), ha rinunciato ogni notte a preziose ore di sonno per fotografare lo spettacolo della volta stellata sull'Himalaya.
Alcune sequenze di scatti, come quella che mostra il sorgere della Via Lattea sopra alle cime (dal minuto 0:40) o quella della partenza di una cordata notturna a quota ottomila (minuto 1:34) lasciano davvero a bocca aperta. Le centinaia di foto scattate durante la spedizione sono state poi assemblate in un video in time-lapse direttamente a quota 6.400 metri, in tenda, collegando la fotocamera a un MacBook.
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