Natura

L'acqua? È una questione d'aria

L'acqua? È una questione d'aria

Un'azienda israeliana annuncia di aver risolto il problema della siccità nel mondo: l'ennesima bufala, un progetto destinato all'evaporazione o, finalmente, una realtà? (Riccardo Meggiato, 5 dicembre 2008)

Se l'umidità dell'aria, magari durante una calda giornata estiva, ci infastidisce, vediamo di cambiare idea in fretta. Giusto per non lamentarsi della soluzione definitiva al problema della siccità. Una soluzione che, pare, esiste per davvero, e consiste in una procedura di estrazione dell'acqua presente nell'aria. Un'idea non esattamente nuova (in alcuni insediamenti israeliti di migliaia di anni fa, sono state reperite delle pietre utilizzate per raccogliere la rugiada e ottenere acqua per irrigare i campi), ma che, per la prima volta, sembra avere dei risvolti pronti ad abbandonare i laboratori e approdare invece ad applicazioni pratiche, su vasta scala. Il merito di tutto questo va a Etan Bar, della EWA (che sta per Extraction of Water from Air), che ha deciso di bloccare il remunerativo progetto di un condizionatore a energia solare per concentrarsi su questa tecnologia, da lui reputata prioritaria per l'umanità. O per le sue tasche? Il dubbio è lecito, visto che la compagnia ha sedi in Usa, India, Giordania, Cipro, Australia e Africa occidentale, dove la EWA è impegnata a fornire acqua da bere e per l'irrigazione. Insomma, una vera e propria industria dell'acqua, che, grazie alla tecnologia sviluppata da Etan Bar, dovrebbe fruttare alla sua azienda cinque milioni di dollari solo quest'anno, con un fatturato previsto di 100 milioni di dollari entro il 2009. Il motivo di tale successo è da ricercarsi nell'efficienza delle tecnologia, che si sviluppa in tre distinte fasi. Nella prima avviane l'assorbimento dell'acqua a opera di una sostanza solida (gel di silice) che intrappola il liquido presente nell'aria. Nella seconda avviene la separazione dell'acqua catturata e, nella terza, un processo di condensazione rende infine disponibile il prezioso liquido.

QUANTO COSTA L'ACQUA DI BAR
Nell'insieme, il processo richiede poca energia, ed è questo il principale vantaggio rispetto ad altri metodi sviluppati nel passato. Per la precisione, la prima fase di assorbimento è regolata da una reazione esotermica, che quindi, addirittura, rilascia energia. La quale, visto che la seconda fase non ne richiede, può essere riutilizzata in buona parte (fino all'85%) per la terza, che consiste nel generare una corrente d'aria per formare la condensa. Una particolarità che consente alla EWA di offrire la propria tecnologia a basso costo, specie considerando che non c'è bisogno di infrastrutture per trasportare l'acqua: basta un impianto in loco e si è pronti al brindisi. O a una doccia, visto che lo stesso Bar, in un'intervista, racconta che anche in paesi sviluppati, come Cipro, il costo dell'acqua è così elevato che quella adibita alla doccia si paga anche negli hotel a 4 stelle. E cara: circa sei euro al metro cubo! Se consideriamo che un chilometro cubo di aria contiene tra le 10 e le 40.000 tonnellate di acqua, sufficienti a dissetare due milioni di persone, appare chiara la portata di un progetto che, a prima vista, non sembra destinato all'oblio.

5 dicembre 2008
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