Tutto si può collezionare e conservare, anche l'acqua dei ghiacciai. Certo non è cosa consueta, ma l'idea è venuta all'artista statunitense Roni Horn che ha creato un archivio dell'acqua dei ghiacciai islandesi, Vatnasafn / Library of Water, in un'ex biblioteca di Stykkisholmur, sulla costa occidentale dell'Islanda.
Nella sala di questa sorprendente biblioteca campeggia una serie di cilindri trasparenti che ospita la neve (sciolta) dei 24 ghiacciai dell'isola. È un esempio del lavoro artistico che da anni svolge Roni Horn sullo studio dei cambiamenti della natura. Anche per mettere l'accento su alcuni problemi dei mutamenti in corso: in particolare, su come e quanto i ghiacciai islandesi si stiano ritirando. Fenomeno che rappresenta bene i cambiamenti climatici, ma che contemporaneamente è un serio problema per il Paese, che non ha altre risorse idriche.
L'iniziativa servirà per conservare la biodiversità contenuta nei ghiacci (sciolti) raccolti? «No, assolutamente», risponde Luigi Bignami, geologo e collaboratore di Focus. «Avrebbe valore se il ghiaccio fosse conservato nello stesso ambiente e sstato - ossia condizione fisica - in cui è stato preso: sciolto, non racchiude dati da studiare. Tuttavia è una iniziativa importante, perché mette in evidenza la grave situazione dei ghiacciai oggi.»
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