Natura

Una Terra più calda, un colpevole, meno certezze

Il 27 settembre sarà presentato il quinto rapporto ufficiale dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), organismo dell'Onu che analizza ed elabora gli studi sul clima da oltre vent'anni. Che cosa dobbiamo aspettarci? Potremo mettere fine alla discussione sul ruolo delle attività umane nell'effetto serra? Sapremo prevedere dove colpiranno siccità, uragani e altre catastrofi meteorologiche?

I rapporti dell'Ipcc su clima e cambiamenti climatici sono stati pubblicati a distanza di 5-7 anni l'uno dall'altro (1990-1995-2001-2007) sulla base di migliaia di studi scientifici. Proprio per il carattere scientifico che devono avere i suoi rapporti, l'Ipcc prende in esame solo studi e ricerche apparsi in riviste definite peer reviewed: questa espressione, traducibile come revisione tra pari, indica che i lavori, prima di essere pubblicati, devono essere sottoposti a una revisione da parte di altri scienziati. Questo processo, che non è rapido né perfetto, permette però di accertare eventuali errori o scorrettezze: una verifica importante, specie su un tema così rilevante anche per le decisioni dei politici.

La tendenza mostrata dalla successione dei rapporti dell'Ipcc è la sempre più certa "presenza" dell'uomo nel clima del pianeta. Le attività della nostra specie infatti influenzano il clima globale: dall'uso dei combustibili fossili all'abbattimento delle foreste, dagli allevamenti all'inquinamento, tutto contribuisce a modificare il bilancio energetico del pianeta. Stando alle anticipazioni sul prossimo rapporto, i ricercatori hanno perfezionato metodi e analisi e sono arrivati alla conclusione che, quasi sicuramente, è l'uomo il colpevole del riscaldamento del pianeta. Le attività umane sarebbero quindi le principali, se non le uniche, responsabili del cambiamento climatico.

Quasi sicuramente? Gli oltre 800 autori del "gruppo di lavoro 1" (Working group I) dell'Ipcc si sono spinti a dare un numero che racchiude la probabilità che l'attività umana sia responsabile del riscaldamento globale: il 95%. La scienza non può dare certezze assolute, ma una probabilità così alta significa che i ricercatori sono quasi del tutto certi che l'aumento delle temperature planetarie sia dovuto a utilizzo dei combustibili fossili e abbattimento delle foreste. Non che il 95% del riscaldamento sia dovuto all'uomo, e il 5% ad altre cause

Nel quinto rapporto ci sono delle novità, come i capitoli dedicati al cambiamento di livello del mare, a fenomeni come El Niño e alla gestione del rischio. Il nuovo lavoro include inoltre la correzione di alcuni errori presenti nel rapporto precedente: in particolare, si cercherà di chiarire la sorte dei ghiacciai dell'Hymalaia, che erano dati in rapida scomparsa nel 2007. In assoluto il rapporto dovrebbe essere, secondo alcune indiscrezioni, più cauto nel delineare sia come funziona il clima sia quale possa essere il futuro andamento delle temperature. Dando per scontato che un aumento c'è e ci sarà, come potrebbe avvenire? A salti, come sta accadendo adesso, o linearmente, come si pensava qualche anno fa?

Quello che invece mancherà, a quanto sembra, è un'analisi più precisa delle conseguenze locali del cambiamento climatico.

Se le temperature sono infatti salite regolarmente (nonostante quello che dicono i negazionisti) la complessità del sistema climatico e meteorologico terrestre non permette di sapere con buona probabilità che cosa accadrà a livello locale. Ci saranno più uragani, più siccità, più alluvioni, più ondate di calore? E dove si verificheranno questi eventi catastrofici? La scienza che ci mette in guardia dal riscaldamento globale, non sa ancora puntare il dito su dove questo fenomeno colpirà di più.

24 settembre 2013 Marco Ferrari
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

Nel nuovo numero di Focus Storia esploriamo l’affascinante mondo dell’antico Egitto. Partendo da un’intervista al direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, celebriamo i 200 anni di storia del primo museo al mondo dedicato agli Egizi. Raccontiamo poi le collezioni che hanno attraversato il tempo e le straordinarie scoperte di Schiaparelli, l’archeologo che trasformò il museo torinese.

L’articolo "Geniale Champollion" ripercorre le intuizioni del linguista che decifrò i geroglifici, mentre in "Egittologia made in Italy" celebriamo i pionieri italiani della disciplina. Concludiamo questa sezione con "Salvate Abu Simbel", che narra il salvataggio dei maestosi templi minacciati dalle acque.

 

Non mancano gli approfondimenti storici:

  • Alla gogna: il processo a Oscar Wilde, che pagò caro il suo anticonformismo.
  • Carabinieri a Creta: una missione di pace italiana nel cuore del Mediterraneo.
  • La favola di Natale: la commovente storia di Giovannino Guareschi, che trovò la speranza in un lager nazista.

 

ABBONATI A 29,90€

In questo numero di Focus, puntiamo i riflettori su un tema cruciale: la prevenzione. Attraverso il dossier  esploriamo come scienza, tecnologia e medicina stanno rivoluzionando il nostro approccio alla salute e al benessere.

Un viaggio tra scoperte e innovazioni per vivere meglio e più a lungo. Dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alle ultime tecniche per diagnosticare precocemente il cancro, fino all'importanza della salute mentale e alle nuove frontiere della nutrizione.

Raccontiamo inoltre la scoperta di Lucy, il fossile che ha riscritto la nostra storia evolutiva, e immaginiamo cosa sarebbe accaduto se Costantino non avesse legalizzato il Cristianesimo. Scopriamo anche perché "avere la testa tra le nuvole" è fondamentale per il cervello e sveliamo le forme morbide della natura, quelle curve nascoste che definiscono il mondo vivente.

ABBONATI A 31,90€
Follow us