Bling! È Whatsapp. E sono le dieci di sera in Italia. “Ciao, hai visto la foto della rompighiaccio?”.
Il messaggio è di Nicola Pussini, il ricercatore italiano dell’Acquario di Genova che sta raggiungendo l’Antartide per vivere un mese in un campo base (tecnicamente, un Campo remoto stagionale, di quelli che in inverno antartico non sono accessibili) con altri 4 scienziati.
Tre gli obiettivi delle sue ricerche, che ci racconterà ogni settimana: monitorare lo stato di diffusione del krill, nutrimento di foche di Weddel, otarie orsine antartiche, pinguini papua e antartici; realizzare un protocollo di anestesiologia per i pinnipedi e campionare i tessuti degli animali per valutare la presenza di inquinanti.

In questo momento Nicola si trova a Punta Arenas, la città più importante del Cile meridionale. Si tratta dell’ultimo avamposto di civiltà. Da questa piccola cittadina che si contende il primato di “vera città” più a sud del mondo con l’argentina Ushuaia), Nicola partirà con una nave rompighiaggio alla volta dell’Isola Livingstone, nelle Shetland meridionali, dove si trova il campo Sherriff, la sua casa per il prossimo mese.
Attraverserà il Passaggio di Drake, ultimo tratto di mare prima dell’Antartide e uno dei luoghi più burrascosi del Pianeta, a bordo della Laurence Gould, una rompighiaccio di classe A1: le navi rompighiaccio sono classificate in base alla capacità di autonomia di navigazione tra i ghiacci e vanno dalla D0 (la meno autonoma) alla A5 (non la ferma nessuno). A bordo dei 76 metri della Gould possono trovare posto fino a 26 ricercatori (o turisti disposti a pagare un bel po’ di euro).
Abbiamo raggiunto Nicola via Internet per una breve chiacchierata.
Come è stato il viaggio finora?
Fino a qui tutto ok. Nulla di davvero stressante, a parte un ritardo nella partenza della rompighiaccio causa vento. La partenza è stata fissata per venerdì 13 febbraio alle 20 ora di qui (la mezzanotte in Italia).
Sei arrivato a Punta Arenas due giorni fa. Come si sono svolte queste due giornate?
C’è stato molto da fare. Abbiamo controllato i container con il nostro materiale, i viveri e tutta l’attrezzatura. Poi abbiamo fatto alcuni briefing tra colleghi, per pianificare i lavori di ricerca. E da ultimo abbiamo fatto qualche giro di ispezione sulla nave, per controllare che fosse abbastanza confortevole…
Lo è?
Sì. I cinque giorni di navigazione sulla rompighiaccio sono piacevoli, mare permettendo… A bordo della Gould le cabine sono doppie, semplici ma comode, tutte con bagno e doccia.
Questa notte Nicola inizierà l’ultimo tratto del viaggio attraverso lo Stretto di Magellano. Poi costeggerò la Terra del Fuoco fino a passare lo Stretto di Drake, quello dei “40 ruggenti” per via dei forti venti che soffiano fino ai 40° di latitudine sud. In prossimità della costa dell’isola di Livingston, Nicola e i suoi colleghi saliranno a bordo di speciali gommoni con i quali verrà portato a terra (la Gould è troppo grande per attraccare sulla piccola isola).
Una curiosità. Durante lo sbarco è necessario fare molta attenzione… alla verdura. Tutti i cibi, visto il freddo, sono facili da conservare. Ma se la verdura trasportata dovesse bagnarsi con acqua di mare (cosa frequente, date le onde), sarebbe da buttare in un solo giorno.