L'UNDP (United Nations Development Programme, Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo), un'organizzazione internazionale nata nel 1966 in ambito ONU per promuovere il progresso economico in tutto il mondo, ha di recente pubblicato i risultati (che potete scaricare da qui) di una delle sue iniziative più ambiziose degli ultimi anni: un sondaggio di opinione riguardo alla crisi climatica. Meglio: il sondaggio di opinione più vasto di sempre, che ha viste coinvolte oltre 1 milione di persone in 50 diversi Paesi. Un campione immenso al quale l'UNDP ha chiesto un parere non solo sul riscaldamento globale in sé, ma anche sulle politiche da implementare per provare a uscire dalla crisi.
Mezzo milione di giovani. Ricapitoliamo i numeri del sondaggio: l'UNDP, in collaborazione con l'università di Oxford che ha contribuito alla stesura delle domande e all'analisi dei dati, ha intervistato 1,22 milioni di persone in 50 diversi Paesi, che sommati rappresentano il 56% della popolazione mondiale. Tra le persone che hanno risposto, più di mezzo milione aveva meno di 18 anni: il sondaggio è stato distribuito anche sotto forma di inserzione pubblicitaria su diverse App di gaming, da Words with Friends ad Angry Birds, nel tentativo (riuscito, a giudicare dai numeri) di coinvolgere anche quella fetta di popolazione che non ha ancora l'età per esprimere un'opinione politica alle urne, ma che per ovvie ragioni è particolarmente ai cambiamenti climatici. Anche la scelta dei Paesi da coinvolgere è stata fatta nell'ottica di coprire tutti i continenti e di non discriminare sulla base del PIL o di altri indicatori di sviluppo: la selezione va dalla Repubblica Democratica del Congo al Giappone.
Cosa vuole la gente. I risultati del sondaggio (che l'UNDP vuole ripetere nel corso del 2021 per coinvolgere anche il resto del mondo) verranno condivisi con i governi dei Paesi coinvolti, perché danno indicazioni molto chiare su quella che la popolazione mondiale si aspetta dalla politica in ambito climatico. Il 64% delle persone intervistate hanno infatti dichiarato di ritenere i cambiamenti climatici un'emergenza globale (una cifra che si alza fino a superare l'80% se si considerano solo persone che hanno avuto un'istruzione universitaria). Il sondaggio chiedeva anche di indicare quali fossero le aree di intervento più urgenti, e qui i risultati sono più interessanti se li si analizza su base nazionale: in 8 dei 10 Paesi con le emissioni più alte del mondo, la maggioranza della popolazione appoggia la rivoluzione energetica verso le rinnovabili, mentre 9 su 10 dei Paesi più urbanizzati sostengono in massa l'adozione di auto elettriche e altri mezzi di trasporto puliti.
Ogni Paese, dunque, ha un'idea diversa, che riflette le condizioni nazionali, di quali siano le priorità di azione, ma tutti concordano sulla necessità di agire in fretta e in modo radicale.