Prevedere terremoti, maremoti e tsunami: un importante passo in avanti è stato fatto in Giappone grazie anche a strumenti diagnostici "presi a prestito" dagli ospedali. (Andrea Porta, 7 maggio 2008)
Lanciare per tempo l'allarme per un terremoto con la tac, la tomografia assiale computerizzata: la tecnologia diagnostica che negli anni settanta ha rivoluzionato la neurologia clinica è lo strumento che i geologi del progetto NanTroSeize stanno impiegando per studiare le profondità della fossa di Nankai, l'area al largo delle coste sud-occidentali del Giappone dove hanno origine i più devastanti eventi sismici che hanno colpito l'Est asiatico nell'ultimo secolo.
Carotaggi e maremoti. Con il progetto NanTroSeize (Nankai trough seismogenic zone experiment), la cui prima fase si è appena conclusa, i ricercatori si propongono di eseguire dei carotaggi in profondità nei fondali oceanici e di esaminare il materiale estratto utilizzando appunto la tecnologia della tomografia. Le immagini 3D fornite dalla tac permetteranno agli scienziati l'analisi dei sistemi di forze che agiscono sulle rocce determinando sismi, maremoti e tsunami. L'obiettivo ultimo del progetto è però ancora più ambizioso: a circa 6 km di profondità verranno infatti collocate strumentazioni molto sensibili, che permetteranno forse di prevedere gli eventi sismici. Intanto, le prime tac hanno già rivelato dettagli interessanti a riguardo delle forze coinvolte nei movimenti tettonici della placca sottostante le Filippine e il Giappone, utili al monitoraggio dell'intera zona.