A lungo ritenuto una minaccia per le foreste di alghe kelp, il riccio di mare viola (Strongylocentrotus purpuratus), che vive fino a 70 anni e può crescere fino a 10 centimetri di diametro, è riscattato da uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B. I ricercatori dell'Istituto di scienze marine dell'Università della California a Santa Barbara hanno dimostrato che il ruolo dei ricci è, al contrario, fondamentale per la salute dell'ecosistema delle foreste di alghe kelp giganti (Macrocystis pyrifera), lungo le zone costiere oceaniche temperate e polari.
Il ruolo del riccio di mare è quello di fare da intermediario nella catena alimentare: intercetta la maggior parte della biomassa morta che si perde dalle foreste di alghe prima che venga portata via dalle correnti marine e la rende disponibile per i detritivori, piccoli organismi decompositori, soprattutto invertebrati (molluschi, vermi...), ma anche alcuni pesci, che abitano il fondale e si nutrono della materia organica di scarto, mantenendo pulito e salubre l'ambiente. In particolare, si legge nella ricerca, i ricci riducono gli scarti in frammenti piccoli e pronti per i decompositori.
L'alga kelp, che in condizioni ideali cresce anche di 45 centimetri al giorno, non è una "prima scelta" per molti animali, che non possono nutrirsi di quel fogliame duro e indigesto. Il lavoro dei ricci è quello di creare un "frullato di alghe" a disposizione di tutti, prima che l'enorme quantità di biomassa che precipita sul fondale lo ricopra interamente, soffocandolo.
© Focus.it, ha collaborato: Francesca Iannelli