L'hanami non è solo una delle più longeve e affascinanti tradizioni giapponesi, ma anche un preziosissimo archivio che racconta la millenaria storia del clima della Terra. Il termine si riferisce all'abitudine di "godere della bellezza transitoria dei fiori che sbocciano": in altre parole, assistere in diretta all'arrivo della primavera. L'hanami si può in teoria applicare a qualsiasi fiore che sboccia, ma nei secoli il termine ha finito per riferirsi a un albero particolare, il ciliegio: ogni primavera, più o meno dal 700 d.C., l'intero Giappone aspetta con il fiato sospeso il giorno in cui i sakura cominciano a fiorire. Solitamente questo avviene a fine marzo o inizio aprile, ma quest'anno, come riportato tra gli altri dal Washington Post (anche su Twitter), il giorno è arrivato in anticipo – enorme anticipo, come non si vedeva da 1.200 anni. Il motivo? Provate a indovinare.
Mille anni di hanami. La storia dell'hanami è lunga e intricata: all'inizio, per esempio, non prendeva in considerazione i ciliegi, ma il pruno giapponese Prunus mume; è solo durante il periodo Heian che l'attenzione si è spostata sui sakura. È più o meno dall'812 d.C., infatti, che i documenti imperiali registrano meticolosamente la data di fioritura dei ciliegi, e ancora oggi ci sono circa 60 località in giro per il Giappone che vengono considerate "hot spot" per l'hanami e usate come riferimento. La città di Kyoto è una di queste: negli ultimi 1.200 anni ha visto i ciliegi fiorire a metà aprile, e l'unico caso registrato di fioritura anticipata risale al 1402, quando venne registrata la data del 27 marzo. Il discorso vale fino all'inizio del Novecento: da allora, la data di fioritura si è regolarmente spostata all'indietro anno dopo anno, e oggi cade intorno al 5 aprile.
O cadrebbe, se non fosse che quest'anno, dopo un inverno insolitamente caldo, i sakura di Kyoto hanno raggiunto l'apice della fioritura il 26 marzo, battendo il record precedente e registrando dunque la fioritura più anticipata della storia del Giappone. La spiegazione secondo chi si occupa di cambiamenti climatici è chiara: più il pianeta si riscalda, prima fioriscono i ciliegi, che "sentono" la primavera in anticipo rispetto a un millennio fa.
Aumento improvviso. E in effetti, provate a guardare questo grafico elaborato dall'Università di Osaka, che tiene traccia della data di fioritura dei ciliegi negli ultimi 1.200 anni: noterete che l'andamento assomiglia molto a quello dello "hockey stick graph", il classico grafico che mostra l'aumento rapido e improvviso delle temperature sul pianeta (il cui profilo – appunto – ricorda la forma di un bastone da hockey disposto in orizzontale) .
È da parecchio che i ciliegi del Giappone vengono considerati "l'esempio meglio documentato degli effetti dei cambiamenti climatici", e la fioritura di quest'anno lo dimostra una volta di più.