Natura

Gocce di proteine

Le gocce di pioggia e le proteine presentano inaspettate somiglianze. Che potrebbero aiutarci a capire meglio come e perché si sviluppano alcune malattie neuro-degenerative.

Gocce di proteine
Le gocce di pioggia e le proteine presentano inaspettate somiglianze. Che potrebbero aiutarci a capire meglio come e perché si sviluppano alcune malattie neuro-degenerative.

Una goccia di pioggia tra le foglie di una pianta.
Una goccia di pioggia tra le foglie di una pianta.

Le gocce d'acqua che compongono la pioggia e le proteine pare abbiano molto in comune. Almeno nel modo con cui si formano. Questa apparentemente semplice scoperta nasconde una grande importanza per capire il processo formativo di alcune malattie neuro-degenerative come il morbo di Alzheimer e quello della mucca pazza o la sclerosi laterale amiotrofica (ASL), detta anche Malattia di Lou Gehrig, dal nome di un famoso giocatore di baseball americano che ne fu colpito, una malattia progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose del midollo spinale che comandano il movimento dei muscoli.
Molecole di tutto il mondo unitevi! Perché si formino delle gocce di pioggia non basta che alcune molecole di acqua si uniscano insieme. Serve, infatti, che almeno 100 molecole si uniscano contemporaneamente; se sono meno, la goccia non riesce a "crescere" e si rompe immediatamente. Partendo da questa recente teoria, i ricercatori svedesi hanno notato come le proteine adottano un procedimento analogo per formarsi. Come l'acqua, anche le proteine sono composte di lunghe catene di amminoacidi. Per poter mantenere le normali funzioni della cellula, le catene di amminoacidi si devo formare contemporaneamente in forma globulare. Ma, come avviene per le gocce di pioggia, non basta che pochi segmenti di catene inizino a legarsi tra loro. Più catene devono legarsi contemporaneamente perché le proteine possano formarsi correttamente.
Secondo Mikael Oliveberg, il ricercatore svedese che ha condotto la ricerca, il meccanismo di unione eviterebbe così la formazione di proteine semi sviluppate. Se queste dovessero comunque formarsi tenderebbero a legarsi tra loro, portando la cellula a "suicidarsi". Il fenomeno di aggregazione di proteine malformate nelle cellule nervose sarebbe la causa di patologie come l'Alzheimer, la mucca pazza e l'ASL.
Con l'aiuto di questa nuova teoria, i ricercatori sperano di riuscire a capire quali parti delle proteine controllano questo processo formativo e quali siano quelle parti più vulnerabili, nella speranza di poter trovare il modo migliore per prevenire le gravi malattie neuro-degenerative. Che l'acqua possa davvero esser d'aiuto?

(Notizia aggiornata al 28 maggio 2004)

28 maggio 2004
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