I fulmini sono uno dei fenomeni naturali più spettacolari del pianeta, nonché uno dei più diffusi: ogni anno ne cadono sulla terra più o meno 1,4 miliardi. Una cifra che è destinata ad aumentare, come sappiamo già dal 2014 quando uscì uno studio dell'Università di Berkeley, in California, nel quale si spiegava che una delle conseguenze del riscaldamento globale sarebbe stata proprio l'aumento dei fulmini. Un'esplosione di scariche elettriche che potrebbe causare danni sempre maggiori alle foreste di tutto il mondo, stando a quanto si legge su un articolo pubblicato su New Scientist, che racconta i risultati di una serie di studi sul fenomeno e gli sforzi che si stanno facendo per contenere i danni.
Lo strano destino degli alberi tropicali. Il primo lavoro riportato nell'articolo è quello di Lucy Rowland (Università di Exeter, UK), che durante una missione in Amazzonia per studiare il flusso di linfa nei tronchi degli alberi tropicali ha avuto un'esperienza che ha poi definito "spaventosa": uno degli alberi su cui stava lavorando è stato colpito da un fulmine, che ha distrutto gli strumenti di ricerca ma non ha lasciato segni apparenti sulla pianta - un dettaglio curioso, visto che solitamente gli alberi mostrano in maniera evidente i segni del "colpo di fulmine".
Pochi giorni dopo, l'albero era morto: una delle ipotesi è che la corrente elettrica si distribuisca in maniera differente all'interno di una pianta tropicale rispetto a quanto succede nei climi temperati, e che i danni causati dai fulmini in Amazzonia e altrove siano sostanzialmente invisibili.
A caccia di fulmini. In seguito all'esperienza di Rowland, il collega Tim Hill ha quindi deciso di investigare il fenomeno, e si è chiesto quali siano gli alberi più a rischio di venire colpiti: se i fulmini fossero "democratici" non ci sarebbe di che preoccuparsi, ma se si scoprisse che a venire colpiti sono per lo più gli alberi più grossi la cosa potrebbe rivelarsi problematica; gli esemplari più vecchi e di maggiori dimensioni, infatti, sono le chiavi di volta per la sopravvivenza delle foreste tropicali, e da soli custodiscono tra il 50 e il 60% della CO2 intrappolata dagli alberi.
Per scoprire se i fulmini fanno preferenze Hill sta lavorando su circa 20.000 alberi tra Nigeria e Ghana, ricoprendoli di cavi di metallo che, se colpiti da un fulmine, generano un campo magnetico che viene rilevato, registrando quindi che quel particolare albero è stato fulminato.
Con l'aumento dei temporali dovuto al riscaldamento globale dobbiamo aspettarci che sempre più fulmini colpiscano gli alberi, e capire quali danni provocano è fondamentale per proteggerli.