Immaginate un fulmine che si distende da Milano a Salerno. Sembrerebbe impossibile eppure si è verificato nel sud degli Stati Uniti quasi due anni fa, nell'aprile del 2020. La lunghezza, accertata dopo lunga verifica, è stata di 768 km, 60 km più del record precedente registrato in Brasile nel 2018. L'ufficialità è arrivata dell'Organizzazione meteorologica mondiale: perché ci è voluto tanto?
Per prendere le misure ai fulmini si utilizzano satelliti dotati di strumentazioni che ne rilevano sia la lunghezza sia la durata. Uno di questi è il GOES-R che si trova in orbita geostazionaria a 36.000 km di quota: lanciato nel 2016, è in grado di scansionare gli Stati Uniti ogni 5 minuti, ma anche ogni 30-60 secondi nel caso di fenomeni potenzialmente pericolosi. La grande mole di dati raccolta viene poi scaricata, e ci vogliono tempi molto lunghi per studiarli: basti pensare che ogni giorno attorno al Pianeta si verificano circa 3 milioni di fulmini. Non solo: «C'è un lungo processo di doppio controllo degli strumenti, osservazioni incrociate e verifica da parte di un gruppo di esperti prima di registrare lampi da record mondiale», spiega Graeme Marlton dell'Università di Reading, nel Regno Unito.
a lunga durata. Sempre secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale il lampo più duratuto si è scatenato nel giugno 2020, a cavallo del confine tra Uruguay e Argentina, ed è durato 17 secondi, più a lungo di qualsiasi altro lampo mai rilevato. «Il fenomeno ci ha fornito la prova evidente che i singoli fulmini possono durare anche 17 secondi», ha detto Randall Cerveny dell'Arizona State University: «questo è importante per gli scienziati perché migliora la nostra comprensione sulla dinamica dei lampi: come, dove e, soprattutto, perché i fulmini si verificano in questo modo.»
Entrambi i casi - il più lungo e il più duraturo - sono stati rilevati in aree particolarmente colpite dai temporali e cioè nelle grandi pianure del Nord America e nel bacino del Río de la Plata in Sud America. Queste aree geografiche sono soggette a sistemi convettivi relativamente grandi, che possono causare la combinazione di singoli temporali in sistemi meteorologici massicci che innescano fulmini estremi.
Condizioni più estreme? Con entrambi i lampi da record del 2020 potrebbe sembrare che i fulmini stiano diventando più "cattivi": è davvero così? Per i ricercatori, è più probabile che sia solo migliorata la nostra capacità di rilevamento.
«Solo dopo che saranno stati registrati diversi anni di questi eventi estremi, saremo in grado di valutare se stanno diventando più comuni», commenta Marlton.