Nicola ci ha chiamato dal telefono satellitare alle 19.15 di giovedì 19 febbraio.
- Ciao! Qui tutto ok. Siamo riusciti a sbarcare dopo 40 minuti di navigazione nella nebbia con il gommone. Non avevo mai visto una foschia così densa... Ci siamo orientati con il rumore delle onde sugli scogli.
A sbarcare è stato Nicola Pussini, il medico veterinario dell’Acquario di Genova impegnato in una missione scientifica speciale: Nicola ha raggiunto l’Antartide, dove resterà un mese, insieme ad altri quattro scienziati, in un Campo Remoto stagionale. Un luogo dove ci sono foche, otarie, pinguini… e ben poco altro, a parte una natura selvaggia e meravigliosa.
Completato lo sbarco, Nicola e la sua equipe si sono subito messi al lavoro: «Abbiamo anestetizzato e taggato due foche leopardo e circa 100 cuccioli» ci ha raccontato. «Sembrano tanti, ma l'impressione è che ci siano meno animali della spedizione precedente. Quando avremo i dati, lo sapremo con certezza: e indagheremo le cause. Ora devo scappare: ci sono 2 kg di pasta in cottura» continua al telefono.
Due chili? Per sei persone?
- Sì. Un chilo al pesto (portato a Genova) e uno di carbonara. Con 10 uova.
Be, buon appetito.
- Altrettanto, ciao!
Certo il viaggio non è stato propio una passeggiata. «Qua si balla… la nave va a destra e a sinistra. Abbiamo cenato aggrappati alle sedie!» ci aveva raccontato Nicola qualche ora prima, durante la traversata.
In diretta dalla fine del mondo. Focus.it segue in esclusiva il viaggio e il lavoro di Nicola, impegnato in una serie di ricerche scientifiche sulla salute dei pinnipedi e sulla presenza di krill, quell’insieme di minuscoli crostacei che costituisce un terzo della dieta di foche e otarie e la quasi totalità di quella dei grandi cetacei. Nicola effettuerà anche una sperimentazione di farmaci di nuova concezione, specifici per anestesia e sedazione dei pinnipedi: si tratta di animali estremamente delicati, per i quali è necessario usare farmaci totalmente reversibili con speciali antidoti.
Addormentarli è indispensabile, per prelevare campioni di tessuti e valutarne lo stato di salute, controllare le etichette ("tag") poste nelle missioni precedenti e piazzare speciali trasmettitori (non invasivi) sul dorso degli animali.
Non solo: lavorare in condizioni “estreme”, sulle spiagge antartiche, rende pericoloso per gli stessi ricercatori maneggiare aghi e siringhe. Ed è per questa ragione che parte del lavoro di Nicola è focalizzato anche alla creazione di speciali protocolli di sicurezza.
Il viaggio di Nicola è iniziato dieci giorni fa, da Genova. Il messaggio della “nave che balla” lo abbiamo ricevuto il 17 febbraio, poco prima di una serie di foto che Nicola è riuscito a inviarci dalla Laurence Gould, la nave rompighiaccio che lo sta portanto in Antartide dal porto cileno di Punta Arenas.
In nave, nel mare più burrascoso del mondo. Servono circa 5 giorni di navigazione per attraversare il canale di Drake e raggiungere il tratto di mare antistante Cape Sherriff. Qui, la rompighiaccio da 76 metri non può attraccare: bisogna quindi attendere condizioni meteo favorevoli per sbarcare ricercatori e materiale da campo con speciali gommoni.
Questo tratto di mare è uno dei più burrascosi al mondo: qui la corrente Circumpolare Antartica muove la più imponente massa d’acqua di tutto il pianeta, grazie all’azione dei potenti venti occidentali che soffiano quasi costantemente. Un elemento importantissimo per l’equilibrio dell’ecosistema oceanico, ma un grosso guaio per le navi che devono attraversare il mare dalla punta meridionale dell’America del Sud alle coste del continente antartico.