L’estate che stiamo vivendo rientra nella norma, almeno in Italia. Anche se i modelli dei climatologi predicono situazioni peggiori, con periodi estivi che di anno in anno dovrebbero essere sempre più caldi, con frequenti e intense ondate di calore, a causa del riscaldamento generalizzato prodotto dalle emissioni di gas serra.
In un recente lavoro pubblicato su Nature Geoscience, ricercatori della Swansea University (UK) e dell'Institute for Coastal Research (Germania) sostengono però che la variabilità sull'Europa (ossia estati calde, secche o umide) è condizionata più dalle tempeste oceaniche che dal riscaldamento globale.
Dipende dalla posizione. A questa ipotesi i ricercatori sono giunti dopo aver analizzato gli indici climatici da 1.000 anni a questa parte: hanno cioè studiato gli anelli degli alberi, i sedimenti dei laghi, le eruzioni vulcaniche e l’attività solare per capire cosa ha influito nel passato e cosa può influire influisce nel presente sulle temperature e sulla piovosità delle estati in Europa.
Sono giunti alla conclusione che la maggiore influenza deriva dalle tempeste in Oceano Atlantico. Quando si muovono verso nord, l’Europa meridionale risulta calda e secca mentre quella settentrionale presenta estati umide e relativamente calde. Al contrario succede se le tempeste si formano più a sud.
Spiega Mary Gagen (Swansea University): «L’andamento delle tempeste oceaniche non è legato a fattori quali le emissioni di gas serra o la variabilità solare: la storia degli ultimi 1000 anni ha sempre visto tempeste oceaniche spostarsi a nord o a sud indipendentemente da fattori esterni».
Anche se la temperatura media del pianeta aumenterà, sostiene la ricercatrice, elementi imprevedibili (o attualmente imprevedibili) come le tempeste potranno portare condizioni molto differenti, e persino opposte, a quelle che si dovrebbero avere in base ai modelli climatici.
Attenzione ai negazionisti! Secondo la Gagen questo fatto è preoccupante per la percezione che può averne l’opinione pubblica. «Se si hanno 3 o 4 estati di fila con temperature molto elevate, la gente è predisposta a credere che ciò sia dovuto al riscaldamento globale. Ma potrebbero bastare 2 o 3 estati fresche perché tutti se ne dimentichino e arrivino persino a negare il riscaldamento globale», afferma la ricercatrice. «È invece indiscutibile che se aumentano i gas serra, a livello globale le temperature aumenteranno.»