Sì. Ciò può avvenire in località dove la combinazione di particolari condizioni meteorologiche e topografiche crea quasi tutti i giorni uno strato di nebbia persistente. È il caso per esempio di una località cilena, Chungungo, dove da 10 anni sono stati installati collettori passivi che forniscono fino a 11 mila litri al giorno. Sono formati da grandi reti di polipropilene che vengono stese in verticale nei punti in cui la nebbia è più persistente, e producono in media 5 litri di acqua per m2 di superficie al giorno. Le goccioline, spinte da venti deboli, si fermano sulle maglie delle reti e si uniscono tra di loro formando gocce più grosse. A questo punto cadono verso il basso e vengono raccolte in un bacino. Sono stati anche messi a punto prototipi di collettori attivi (disegno accanto), che aspirano l’aria e utilizzano filtri di carbonio per trattenere l’acqua. Per limitare il consumo di energia, funzionano a batterie solari.