La salicornia, un'erba che cresce nelle aree parzialmente sommerse dalle maree, si è rivelata una interessante fonte di sostanze nutrienti.
Una pianticina di salicornia in un deserto di sale. La specie resiste a condizioni proibitive, e si pensa di usarla come fonte di cibo. |
Finora la salicornia era apprezzata solo da capre e pecore, e da qualche raro buongustaio. In Italia, il ministero delle politiche agricole ha iper esempio ntrodotto le ricette locali pugliesi nell'atlante dei prodotti tipici di qualità. Si è scoperto però che questa erba potrebbe diventare il cibo del futuro: è infatti una preziosa fonte di amminoacidi, in particolare lisina e metionina, oli insaturi, amido, antiossidanti come tocoferolo, un composto utile nella prevenzione del cancro. I vantaggi della salicornia non riguardano solo le sue qualità nutritive: si tratta infatti di una pianta che cresce sui terreni paludosi salati, per esempio quelli che vengono parzialmente sommersi dalle maree, ritenuti finora impossibili da coltivare.
Dal sale al pop corn. Secondo la Fao, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione, la salinità è un problema sempre più grave. Si stima infatti che sul pianeta oltre 700 milioni di ettari (una superficie pari a oltre 20 volte quella dell'Italia) siano ormai stati resi sterili. Di questo sono in larga parte responsabili le pratiche agricole più moderne, per le quali è previsto un ampio uso di varietà che producono molto solo se vengono irrigate. Purtroppo l'irrigazione, e la successiva evaporazione dell'acqua dal suolo, ha come effetto secondario la risalita di sali dagli strati più profondi. La salicornia dunque potrebbe rivelarsi preziosa per molti terreni che ormai rischiano l'abbandono, anche perché potrebbe servire persino a ridurre il contenuto salino, rendendo nuovamente possibile la coltivazione di altre piante. Nonostante tradizionalmente vengano utilizzati gli steli, la parte edule più interessante sembrano essere i semi: posso essere tostati e consumati tal quali, o sottoposti ad alte temperature che li trasformano in piccoli pop corn.
(Notizia aggiornata al 5 ottobre 2002)