«Quando finalmente l'avranno portata via sarà sempre comunque lì, l'avremo sempre davanti agli occhi», Sergio Ortelli, sindaco di Isola del Giglio, parla con lo sguardo alla Concordia, così vicina alla banchina dove ci troviamo che sembra possibile toccarla allungando il braccio. E quello spuntone di roccia ancora incastrato nel fianco della nave, dice, forse lo porteranno sulla piazza del porto, monumento alle vittime di una tragedia stupida.
Adesso è solo questione di tempo: il 21 aprile a Londra una commissione di esperti, tra i quali un rappresentante del Commissario delegato per l'emergenza per il naufragio della Costa Concordia, ha identificato nel consorzio Titan Salvage/Micoperi (Usa/Italia) e nel suo progetto (tra i sei in gara) la soluzione più aderente ai vincoli posti dalle autorità italiane per la rimozione della Costa Concordia dall'isola del Giglio.
Il piano prevede la rimozione intera della nave, che verrà messa in condizioni di galleggiare ed essere trainata.
Le prime informazioni sono arrivate dall'armatore, che in un comunicato del 21 aprile dichiara: "Il piano è stato scelto da un comitato tecnico di valutazione [...] perché risponde maggiormente ai principali requisiti richiesti: rimozione intera del relitto; minor rischio possibile; minor impatto ambientale possibile; salvaguardia delle attività turistiche ed economiche dell'Isola del Giglio; massima sicurezza degli interventi. La protezione dell'ambiente avrà la massima priorità nel corso di tutta la durata delle operazioni [...] La presenza del personale che lavorerà alle operazioni di rimozione non avrà conseguenze significative sulla ricettività estiva dell'isola. La base operativa sarà fuori dall'isola, nei pressi di Civitavecchia, dove verranno raccolte apparecchiature e materiali necessari per gli interventi, in modo da evitare qualsiasi impatto sulle attività del porto turistico del Giglio. Una volta riportato nelle condizioni di poter galleggiare [...] sarà trainato in un porto italiano. Ogni altra decisione successiva riguardante il relitto sarà presa nel rispetto di quanto richiesto dalle Autorità italiane."
Ancora Costa Crociere aggiunge che "i lavori, soggetti ancora all'approvazione finale da parte delle Autorità italiane, inizieranno a maggio 2012, con una durata precauzionalmente stimata in circa 12 mesi".
Non è stato fornito alcun dettaglio tecnico, né l'hanno fatto il sindaco di Isola del Giglio, Sergio Ortelli, e Marco Agnoloni, responsabile dell'ufficio gestione emergenze della Protezione civile, che ho incontrato ieri al Giglio. Ortelli e Agnoloni hanno accennato a una serie di piloni da 2,5 metri di diametro che saranno piantati in profondità attorno alla nave e che saranno parte del sistema di leve che permetteranno di raddrizzare la nave. Sul fondale sarà anche realizzata una serie di cunei, che lungo la fiancata che dà sul mare aperto avranno la funzione di perni e fermi di sicurezza.
La Concordia - sotto sequestro per via delle indagini in corso - è ancora formalmente una nave, non un relitto, e il suo proprietario è Costa Crociere, non il "club" delle assicurazioni.
La differenza tra nave e relitto e il fatto che la proprietà sia dell'armatore spiegano perché non sia ancora stato deciso il destino della Concordia, ossia se sarà demolita o restaurata. È in parte da questa decisione che dipenderà la sua destinazione, che per il restauro potrebbe essere un cantiere italiano. Sembra invece meno probabile una destinazione italiana in caso di "rottamazione".
Nel pomeriggio di oggi, al Giglio, Franco Gabrielli - capo dipartimento della Protezione civile - aggiornerà la cittadinanza sulla selezione del progetto Titan/Micoperi. Sembra meno probabile che voglia aggiungere dettagli tecnici sul progetto (soggetto all'approvazione finale da parte delle Autorità italiane, vedi sopra) né, di conseguenza, commentare le indiscrezioni sui costi (oltre 200 milioni di dollari) e i tempi delle varie fasi dell'operazione.