Ci sono immagini capaci di trasmettere
un’emozione speciale. E quelle di Monterosso
e Vernazza pubblicate nel numero 238 di Focus (in edicola dal 13 agosto) sono molto più che cartoline da
un luogo di vacanza.
A pochi mesi dall’alluvione
che il 25 ottobre 2011 nelle Cinque Terre cancellò
strade, case e anche molte vite umane, sono
spariti il fango e i detriti, sono tornati i turisti e
quei borghi hanno trovato un nuovo splendore (guarda una selezione di queste foto).
Miracolo italiano
Per 9 mesi - la durata di una gravidanza - volontari arrivati da
tutta Italia e dall’estero, e gli stessi abitanti hanno lavorato con fatica e costanza per rimuovere migliaia di
tonnellate di fango dai vicoli
e dalle abitazioni che oggi
sono state trasformate in
fioriere lungo le strade del
centro. Le Cinque Terre sono rinate, grazie all'ostinazione e allo spirito di sacrificio della gente del posto.
Cosa resta da fare?
Ma - come raccontato sul numero di Focus - la buona volontà dei singoli e l’orgoglio di un paese non bastano.
Politiche più assennate del territorio e dello sviluppo dovrebbero fare in modo che una tragedia del genere non possa ripetersi. Non è soltanto questione di finanziamenti e di grandi opere.
Tutto può partire dalla cura di un bosco, dal rispetto di una tradizione, dall’equilibrio tra interessi economici e sostenibilità ambientale, spiega Amelia Beltramini nell'articolo su Focus in edicola.
Perché popolazioni che sono state capaci di lottare e rinascere come quelle delle Cinque Terre meriterebbero di guardare le nuvole cariche di pioggia e le montagne alle loro spalle senza avere più paura.